Usare il telefono mentre si guida è pericoloso, perché anche una frazione di secondo in più di distrazione può bastare a causare o non evitare un incidente. Bene ha fatto il nuovo Codice della Strada a inasprire le sanzioni per chi dovesse essere sorpreso col volante in una mano e il cellulare nell'altra: una settimana di sospensione della patente e, ben più seccante, 10 punti decurtati. Se poi il soggetto avesse già dato prova di vivacità alla guida facendosi trovare con meno di dieci punti, la sospensione raddoppia, ma importa il giusto, visto che a quel punto bisogna rifare gli esami. Insomma, chi guida auto un po' vecchiotte e magari pure economiche deve limitare l'uso del telefonino o prestare molta attenzione a eventuali pattuglie.
Gli altri, quelli la cui auto è dotata di touch screen e collegamento bluetooth col telefono possono stare tranquilli: guardare e smanettare sul display è consentito. Non solo per scrollare la rubrica e fare una telefonata, ma anche per cercare la canzone da ascoltare, orientare le bocchette di ventilazione, abbassare o alzare la temperatura, impostare la rotta sul navigatore, azionare il lunotto termico e per quasi ogni altra piccola diavoleria delle macchine moderne, dove
tolte le frecce e gli abbaglianti tutto il resto o quasi è comandato dal display, che propone diversi menu e sottomenu a cui dedicare lo sguardo per secondi e secondi. Tanto la strada è sempre lì, davanti, che vuoi che succeda?
Gli addetti ai lavori sanno bene che la sicurezza verrebbe dai comandi vocali o in mancanza dalle buone vecchie leve e manopole, che possono essere facilmente azionate senza distogliere gli occhi dall'unico posto dove devono stare: la strada. Il display distrae e pertanto è l'antitesi della sicurezza, che il nuovo CdS non ha avuto il coraggio di affrontare prendendosela solo col cellulare, bersaglio facile perché, diciamolo, qualche antipatia la genera, soprattutto quello degli altri, che stanno sempre lì a smanettare, mentre noi, invece
L'altro grande assente da questo nuovo CdS è l'abilità delle persone a guidare, nonostante sia la prima e più importante garanzia di sicurezza, tanto che per sedersi alla guida uno deve prima dimostrare di esserne capace.
Peccato che l'esame di abilitazione sia un'illusione e peccato che tale resterà. Chi viene dichiarato abile e premiato con la patente al massimo conosce qualche segnale e qualche componente della macchina e avrà dimostrato di saper andare avanti e indietro in una
stradina poco trafficata. Anni fa girava una battuta tra gli automobilisti: ma chi t'ha dato la patente?
Anni fa imparare a portare davvero bene la macchina era un cimento per i giovani. Oggi ci sembra una cosa da bullo di periferia, ma intanto da quando essere bravi a guidare non è più un valore sono anche diminuite le persone realmente capaci, che mentre si concedono qualche accenno di sportività imparano pure a governare l'auto in circostanze difficili o impreviste, che poi è la sicurezza.
Nei prossimi anni, i sistemi di assistenza alla guida, gli ADAS, contribuiranno ad aumentare la sicurezza, è vero, ma nel frattempo diminuiranno ancor più la necessità di saper controllare l'auto. La sicurezza sarà maggiore o minore?
Un altro bel colpo il CdS l'ha dato alla micro-mobilità urbana, uccidendo i monopattini in sharing.
Passi per l'assicurazione e le frecce, e tacendo del divieto su piste ciclabili e zone pedonali, l'obbligo del casco li rende inutilizzabili. Sicurezza non è proteggerla, la testa, ma usarla. E non solo in monopattino. Diceva Eduardo: A mme me fa paura sul'o fesso!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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