Italicum, caos sulle preferenze

Alfano (nominato dal Cav) fa un appello a Berlusconi: "No a parlamento di nominati". Franceschini contro Letta: "Le preferenze sono un errore"

Italicum, caos sulle preferenze

È tutta una questione di preferenze. C'è chi le vuole, c'è chi no. Ma c'è soprattutto chi cavalca la questione pur di far saltare l'accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Angelino Alfano ed Enrico Letta sono i protagonisti di quest'ultima fazione. Il primo, nonostante abbia più volte esternato il suo appoggio nei confronti del segretario democratico, ospite di Lilli Gruber ieri ha lanciato una frecciata: "In Parlamento se c'è un accordo largo alcuni aspetti possono essere modificati. Bisogna che i cittadini si sentano più partecipi nella scelta dei parlamentari. Ma il governo in questa vicenda non entra, è giusto che ne discutano maggioranza e opposizione". Tradotto: chiede le preferenze e aspetta al varco il rottamatore.

Dal canto suo invece Angelino Alfano ha lanciato un vero e proprio appello al Cavaliere: "Sono convinto che dovremo approvare la legge elettorale e che con Renzi e Berlusconi la realizzeremo. Noi chiediamo di modificare la cosa più odiata del Porcellum che è il Parlamento dei nominati e le liste bloccate. Così rischiamo di modificare il Porcellum ma di lasciare la cosa che sta più sulle scatole ai cittadini e che crea distanza fra cittadini e istituzioni. L’appello che faccio a Berlusconi è quello di far scegliere gli italiani. Del resto Renzi ha detto con chiarezza che sarebbe favorevole. Spero che Berlusconi possa ravvedersi". Peccato che l'attuale vicepremier rappresenti proprio quello contro cui combatte oggi, in altre parole è un nominato pure lui.

Più "democristiana" la posizione di Pier Ferdinando Casini: "In parlamento voterò per le preferenze, ma piuttosto che niente meglio questo accordo. La verità è che il terzo polo alle ultime elezioni lo ha fatto Grillo, con buona pace da parte nostra. E sono convinto che questo terzo polo non sia in disfacimento. La sfida di oggi è un attore nuovo che c'è e che rischia di vincere le elezioni. La gente vota Grillo perché vuole dare un calcio nel sedere a noi". Pure Grillo ha in qualche modo detto sì alle preferenze: "Non abbiamo preclusioni, se il Pd fa una buona legge la votiamo". Fratelli d'Italia sono per "un sistema misto con le liste bloccate".

I renziani invece tirano dritto. "Vedo che le preferenze sono diventate improvvisamente popolarissime ma io, che ho iniziato a prenderle, e molte, a vent'anni, sento il dovere morale di dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle. Non soltanto perché farebbero quasi certamente saltare l'intesa raggiunta, ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza", ha dichiarato il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. Che poi ha aggiunto: "Le preferenze, come tutti sanno, farebbero aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e professionalità indispensabili". Contrario alle preferenze anche il costituzionalista nonché ex deputato di Pci e Pds, Augusto Barbera, che in una intervista a La Stampa, ha spiegato: "La legge elettorale è complessivamente buona, mentre c’è «una disdicevole corsa a fare i costituzionalisti della domenica. Reintrodurre le preferenze cambierebbe tutto: la lista non sarebbe più bloccata e si riaprirebbe invece il volano del clientelismo. E si dovrebbero inevitabilmente allargare liste e collegi". Intanto oggi nella sede di Forza Italia, in piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, Denis Verdini e Maria Elena Boschi si sono incontrati per discutere delle modifiche da apportare al testo dell’Italicum che sarà adottato dalla commissione Affari costituzionali della Camera nella giornata di oggi. In base a quanto si apprende da fonti parlamentari, non c'è stata alcuna apertura di Forza Italia sulle preferenze. Al contrario, gli azzurri potrebbe concordare su un innalzamento della soglia dal 35 al 38%. Alla fine la commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato il testo base di riforma della legge elettorale.

Forza Italia è riuscita a far passare anche gli allegati con la definizione dei collegi, nonostante la contrarietà di tutti gli altri gruppi. Hanno votato a favore Pd, Fi, Sc, Ncd e Popolari per l’Italia, hanno votato contro Lega e M5S. Sel era assente per il congresso del partito.

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