La notizia delle dimissioni di Umberto Bossi raggiunge Silvio Berlusconi come una "botta". "Un colpo al cuore che lo amareggia profondamente", sono queste le impressioni che trapelano da chi era vicino al Cavaliere in quel momento. Un amico, il compagno di vent'anni di vita politica, tra alti e bassi, ma sempre insieme.
Ora, avrebbe detto l'ex premier, niente sarà più come prima, tutto cambierà. Amarezza e ricordi. I ricordi di due decenni di battaglie, campagne elettorali e poi i governi. Un sodalizio politico che ha legato due uomini diversi, ma accomunati dalla passione, dalal leadership e dal rapporto "umano" con l'elettorato. Un'indagine che in pochi giorni ha costretto Bossi a rinunciare alla guida del partito che ha fondato, molti, troppi documenti finiti direttamente dalle procure alle prima pagine dei giornali.
Accanto all’amarezza nei ragionamenti dell’ex premier troverebbe spazio anche il dubbio che contro Bossi e la Lega Nord sia stata messa organizzata un’operazione politico-giudiziaria. Anche lui, sarebbero state le parole di Berlusconi, è finito nel tritacarne della giustizia ad orologeria. C'è un disegno politico dietro tutta questa vicenda?
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