Roma - Il progetto di legge verrà presentato subito. La prossima settimana. La drammatica votazione in sei tappe che ha portato alla riproposizione di Giorgio Napolitano al Quirinale e all'esplosione del Partito democratico può e deve essere l'ultima con questo sistema. Il prossimo presidente «sarà eletto direttamente dai cittadini», dice Ignazio La Russa, dialogando con Il Giornale nel cortile di Montecitorio durante e subito dopo il voto. Con la riforma del presidenzialismo.
Avete appena annunciato il no di Fratelli d'Italia a Napolitano, perché?
«Esprimo grande apprezzamento per Napolitano, per come ha onorato l'impegno e per l'opera che ha svolto. Avrei desiderato che fin dall'inizio ci fosse un progetto che portasse il presidente a un nuovo mandato, ma il centrosinistra lo ha scelto come candidato di risulta. È una proposta se non offensiva, riduttiva, prologo inevitabile a un governo - se si formerà un governo - di ammucchiata o di larghe intese».
Crede che il presidenzialismo potrebbe essere accolto con più favore dopo il fallimento delle candidature politiche di questa elezione?
«Nessuno può più dire che è una cosa fumosa, come era accaduto nella scorsa legislatura. Abbiamo visto come da parte del maggiore partito la scelta del candidato sia diventata una resa dei conti interna, quasi un congresso».
Crede che ci siano i tempi per approvare la riforma dell'elezione del capo dello Stato nel giro di un anno?
«Rilanciamo la proposta di mettere insieme alle risposte economiche la necessità della riforma costituzionale perché gli italiani eleggano un presidente che sia capo del governo, alla francese. L'attuale sistema, anche cambiando la legge elettorale, lascia troppi spazi all'incertezza di un governo instabile».
Riprenderete il testo sul presidenzialismo che era stato approvato nella corsa legislatura al Senato?
«Porteremo avanti una battaglia per ripartire da quel voto che comunque c'e' stato in un ramo del Parlamento. Se si vuole non perdere tempo nelle schermaglie iniziali, il testo base potrebbe essere quello già approvato al Senato. Con Napolitano eletto, il percorso ha qualche chance in più».
Perché sarà nelle carte un presidente a tempo?
«Solo un presidente che non ha il desiderio e la necessità di rimanere in carica per sette anni, ma che si propone per spirito di sevizio, può immaginare di dimettersi il giorno dopo che una riforma del genere sarà approvata».
Chi potrebbe giocarsi la partita di presidente per volere dei cittadini?
«Napolitano certamente».
Ancora lui?
«Certo, questa rielezione è un'iniezione di giovinezza. E poi Berlusconi. Anche Monti avrebbe potuto, se non avesse fatto la scelta sbagliata. Nel centrosinistra invece non vedo nessuno».
Coinvolgerete tutto il Pdl? E il centrosinistra?
«Certamente il Pdl. E spero che si capisca dopo questa esperienza che questo progetto deve essere portato avanti per il bene del Paese».
Che atteggiamento terrete con il «governissimo»?
«Noi non daremo la fiducia, ma esamineremo tutti i provvedimenti con lo spirito costruttivo di chi sa che dobbiamo anteporre il bene nazionale. Non per niente ci chiamiamo Fratelli d'Italia».
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