Nei palazzi della politica si discute animatamente della bozza di legge elettorale, il cosiddetto Italicum, frutto dell'accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Lo scontro è soprattutto sul premio di maggioranza (soprattutto sulla soglia del 35% per ottenere il premio) e sulle liste "bloccate". Ma è interessante, al di là delle posizioni dei politici, vedere quale sia l'umore dei cittadini su questo delicato argomento. Un sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della sera evidenzia che, numeri alla mano, gli italiani approvano la nuova legge elettorale e apprezzano due grandi partiti in grado di contendersi, democraticamente, il governo del Paese. L'Italicum è giudicato molto positivo dal 19% degli intervistati, positivo dal 41%. Complessivamente, dunque, siamo al 60% di giudizio favorevole. I contrari, invece, sono il 36% (proposta molto negativa per il 12%, negativa per il 24%).
Il no ai partitini è indicato dal 52% degli italiani, che si dice a favore di due grandi soggetti politici. Il 22%, invece, preferisce due grandi coalizioni basate su alleanze tra partiti. Meno di un quinto (19%) è a favore del sistema proporzionale. Non indica preferenze il 7% degli intervistati. La vocazione maggioritaria è prevalente nel Pd (86%), in Forza Italia (82,1%) e nel Nuovo centrodestra (76,1%). Tra i simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, invece, a preferire un sistema semplificato è il 50,4% degli elettori, mentre il 43,6% predilige il proporzionale.
L'asse Renzi-Berlusconi per riformare il sistema elettorale come viene valutato? Per il 50% degli italiani è una scelta giusta. Per il 42% è sbagliata. Il giudizio negativo è espresso soprattutto dagli elettori vicini al M5S (70,6%) e Nuovo centrodestra (56,3%). Nel Pd siamo al 39,4%: a sinistra, dunque, vince il sì al patto con Berlusconi. In Forza Italia i favorevoli al patto con Renzi sono il 75,2%.
Dal sondaggio di Pagnoncelli emerge anche un altro dato interessante: gli italiani sono stanchi dei listini bloccati e, quindi,
del cosiddetto parlamento dei nominati: il 36% degli intervistati giudica indispensabili le preferenze, il 33% le avrebbe preferitementre per il 24% è meglio così perché "le preferenze in Italia non funzionano bene".
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