La stagione referendaria alle porte sembrerebbe potere favorire un massiccio numero di quesiti referendari da proporre - favoriti anche dalla possibilità dell'utilizzo della firma digitale per arrivare più facilmente a quota 500mila - e la sinistra ora gioca al "Chi offre di più?". Dopo Jobs Act, autonomia differenziata e (con tutta probabilità) premierato, ecco che adesso si affaccia l'ipotesi di sostenere il progetto cullato ormai da decenni tra i vari partiti del cosiddetto campo largo: lo ius soli. La proposta è stata lanciata direttamente da Riccardo Magi, segretario di +Europa, già al lavoro per chiedere l'abrogazione della parte della legge del 1992 che prevede che i ragazzi nati in Italia da genitori stranieri possano chiedere la cittadinanza al compimento dei 18 anni, avendo vissuto ininterrottamente nel nostro Paese.
L'ex militante radicale è andato in brodo di giuggiole, nella speranza che tutti queste consultazioni popolari possano dare la spallata al governo Meloni. Su X Magi parla infatti di un'occasione "per lanciare una stagione referendaria per i diritti grazie alla conquista della firma digitale per cui ci siamo battuti e rivitalizzare lo strumento dei referendum che consentono ai cittadini di decidere davvero". Per lui la legge sulla cittadinanza è "norma vecchia di trent'anni anacronistica rispetto alla mutata composizione della popolazione italiana, ma anche inadeguata alla sfida dell'inverno demografico". E poi c'è tutta una questione "di diritti basilari e di civiltà" per cui il quesito verrà lanciato sulla "piattaforma pubblica e gratuita di raccolta firme digitali", auspicando l'unione e l'impegno anche "delle forze di opposizione, del Terzo Settore, della società civile, delle sigle sindacali e delle forze produttive del Paese".
Insomma, qualcuno sembra averci preso gusto con i referendum. Tuttavia non tutti sono d'accordo con l'"abuso" di questo strumento costituzionalmente regolato, anche nel centrosinistra, pur ritenendosi d'accordo con il contenuto della risoluzione Magi. Secondo quanto riportato da La Stampa, Nicola Fratoianni ha spiegato che "sul merito non c’è proprio dubbio, siamo sempre stati favorevoli allo ius soli", ma che "la valutazione da fare riguardo lo strumento del referendum e la tempistica, perché ci sono diversi quesiti sul tavolo, bisogna stare attenti a non diluirli". Laura Boldrini, che pure sul tema ha presentato in passato diverse proposte di legge, ha dichiarato che "è prima di tutto il Parlamento ad avere il dovere di occuparsene".
Italia Viva, con Ivan Scalfarotto, fa sapere che "valuteremo il progetto di +Europa quando avremo più informazioni", mentre per Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle "bisogna poi capire cosa ne verrebbe fuori". Tutte prese di posizione che fanno capire come l'ammucchiata rossa rischi di litigare anche su argomento che (teoricamente) dovrebbe unirla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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