Acque sempre più agitate in seno al Pd, profondamente diviso sul "caso Cancellieri". Il presidente del Consiglio difende a spada tratta il ministro della Giustizia. E lega a stretto filo la sorte del Guardasigilli, finita al centro delle polemiche per le telefonate alla famiglia Ligresti, a quella dell'esecutivo. La mozione di sfiducia al ministro, dice Enrico Letta all'assemblea del Pd, "è frutto di una campagna aggressiva molto forte e slegata dal merito. Vi chiedo di considerarla per quello che è: un attacco politico al governo. E la risposta deve essere un atto politico, un rifiuto. Mi appello al senso di responsabilità collettivo che è parte di noi. La nostra condivisione unitaria della responsabilità è il punto di tenuta del sistema politico", sottolinea il capo del governo. "Per quanto mi riguarda - aggiunge - cerco di ispirare la mia azione e quella del governo al senso di responsabilità, anche di fronte a situazioni e fasi molto difficili".
La campagna "aggressiva" con toni "marcati" condotta dal Movimento 5 Stelle fino alla presentazione della mozione di sfiducia contro la Cancellieri secondo il presidente del Consiglio è motivata dai risultati del M5s alle ultime elezioni locali: "La campagna Cinque Stelle più è aggressiva più sono deludenti i loro risultati sul piano dei voti nei territori".
Gianni Cuperlo (candidato alla segreteria Pd), prendendo la parola all'assemblea dei democratici subito scatta sull'attenti: "Il ministro ha dichiarato di non aver violato alcuna norma. Ma la mia opinione e che per motivi di opportunità dovrebbe dimettersi prima del voto. Ma se premier ci chiede un atto di responsabilità politica, dobbiamo essere tutti responsabili". Cuperlo prende di mira la mozione annunciata da Civati che definisce inaccettabile: "Anche se capisco che per uno che considera il voto di fiducia
una variabile individuale anche questo è normale. C’è da contrastare un attacco politico che anch’io considero in atto. Decidiamolo insieme e manteniamo questo atteggiamento anche quando usciamo da qui". Infine si rivolge a Renzi: "Se è necessario, anche se anomalo, invitiamo il sindaco di Firenze a portare qui il suo contributo ma riscopriamo il valore dell’unità come ci ha chiesto Letta".
"Quando Enrico viene qui e ci dice che c’è un voto politico sul governo, io ne prendo atto. Con un certo rammarico". Paolo Gentiloni interviene così all’assemblea del Pd. "Non si può non prendere atto di quello che ci ha detto Enrico. Ad un attacco politico si risponde in termini politici". Molto deluso Pippo Civati, che aveva annunciato la mozione contro il ministro: "Non mi ritrovo nelle riflessioni che si fanno qui ma ne prendo atto con la responsabilità che ci viene chiesta. La mozione M5S non si può ovviamente votare e prendo atto dell’opinione della maggioranza".
Il capogruppo pd alla Camera, Roberto Speranza, chiude l’assemblea del gruppo: "La valutazione del premier ci vede uniti nel respingere l’attacco politico". Il caso è chiuso, dimissioni respinte. I malumori, però, non si placano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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