Levi si dimette dalla Fiera del libro di Francoforte. Quella gaffe su Rovelli e le polemiche sul figlio

L’addio "con dolore". Il ministro Sangiuliano: "Discontinuità necessaria"

Levi si dimette dalla Fiera del libro di Francoforte. Quella gaffe su Rovelli e le polemiche sul figlio
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Ricardo Franco Levi ha presentato le dimissioni dall'incarico di Commissario straordinario del governo per la Fiera del libro di Francoforte 2024, dove l'Italia sarà il Paese ospite d'onore. E il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha detto di condividere «la necessità di dare discontinuità» al ruolo, dopo le polemiche che hanno visto coinvolto Levi nelle ultime due settimane. È stato Levi a comunicare la sua rinuncia con una lettera, l'altro ieri, al ministro Sangiuliano. Il quale ieri ha spiegato: «Preciso di non essere il soggetto istituzionalmente abilitato ad accettare tali dimissioni, pur condividendo la necessità di dare discontinuità a questo incarico dopo le recenti polemiche. Informerò il governo per concordare eventualmente la nomina di un nuovo commissario. Ringrazio Levi per la sensibilità dimostrata e il lavoro svolto finora». La lettera di dimissioni da parte di Levi è arrivata dopo un maggio a ostacoli per il presidente dell'Associazione italiana editori. Tutto comincia quando, il 12 maggio, il fisico Carlo Rovelli riceve una lettera da Levi, il quale, dopo avergli proposto di rappresentare l'Italia alla cerimonia inaugurale della Buchmesse 2024, ritira il suo invito. Motivo: le posizioni espresse da Rovelli sulla fornitura di armi all'Ucraina sul palco del Concertone del Primo maggio. Posizioni che avevano suscitato polemiche, anche perché considerate un attacco indiretto al ministro della Difesa Guido Crosetto, e perché considerate (a torto o a ragione, è un altro discorso) filoputiniane. Il ritiro dell'invito a Rovelli ha scatenato il primo putiferio: da destra e da sinistra si è sottolineata l'inopportunità della decisione, tacciata di «censura», al punto che Levi stesso è tornato sui suoi passi; durante il Salone del Libro, Levi si è pubblicamente scusato per l'errore. Ieri però, un articolo su Libero ha sollevato ulteriori polemiche: si racconta infatti che la gara per la gestione della comunicazione della missione italiana alla Buchmesse è stata vinta dalla Ifc Next, una società belga in cui lavora il figlio di Levi. «L'articolo di Libero ha sollevato una questione assolutamente inesistente e su cui nemmeno c'è da discutere - ha detto Levi all'Adnkronos - Ma proprio perché era un caso del tutto trasparente ho ritenuto che si mettesse in dubbio la mia serietà professionale nell'espletamento di un ruolo di governo, e di dover rassegnare le dimissioni». Dimissioni, dice, presentate «con dolore». Levi ha anche ricevuto una telefonata da Sangiuliano: «Mi ha ripetuto che non era una questione personale, ribadendomi la sua stima e la sua considerazione, e mi ha detto che mi avrebbe ringraziato pubblicamente, ma ha detto altrettanto chiaramente che avrebbe accettato le dimissioni nell'ottica della volontà di imprimere una discontinuità». Così ha commentato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: «Nonostante la gentilezza e la grazia del suo fare, Levi in realtà ha fatto alcuni errori nei quali si è mosso con la grazia di un elefante».

La nomina di Levi a Commissario, firmata dal Presidente Sergio Mattarella, fu varata il 10 marzo 2022 dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e vista la comunicazione del ministro della Cultura Dario Franceschini.

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