
Soccorso rosso in arrivo. Romano Prodi sbotta, aggredisce verbalmente una giornalista del programma Quarta Repubblica ma, secondo alcuni intellettuali di sinistra, la colpa è della reporter di Mediaset. Tra questi, ovviamente, non poteva esimersi Massimo Giannini. L’ex direttore della Stampa, con un post sui social, prova a difendere Romano Prodi. L’ennesima dimostrazione del solito doppio standard che albera a sinistra.
Ma facciamo un passo indietro. Tutto inizia a margine della presentazione del libro Il dovere della speranza, nel quale l’ex premier sbotta con l'inviata di Quarta Repubblica che cercava semplicemente di interpellarlo sulle frasi del Manifesto di Ventotene. “Ma cosa mi chiede?”, ha tuonato Prodi. La giornalista ricordava come, proprio nel manifesto osannato a sinistra, "la proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio". Da qui la replica di Prodi: "Io non ho mai detto una roba del genere in vita mia". Ma a stupire è il tono con il quale Prodi si è rivolto all’inviata di Rete 4.
Dopo poche ore, è arrivata la denuncia della giornalista che si è detta “choccata” per l’incontro con l’ex presidente del Consiglio. "Il Presidente Prodi, oltre a rispondere alla mia domanda con tono aggressivo e intimidatorio, ha preso una ciocca dei miei capelli e l'ha tirata. Ho sentito la sua mano fra i miei capelli, per me è stato scioccante. Lavoro per Mediaset da 10 anni, inviata all'estero su vari fronti e non ho mai vissuto una situazione del genere. Mi sono sentita offesa come giornalista e come donna", ha fatto sapere la giornalista.
La smentita di Prodi è arrivata a stretto giro: "Non ho strattonato o tirato i capelli alla giornalista di Quarta Repubblica, Lavinia Orefici, ma come tutti i giornalisti e le persone presenti possono testimoniare ho appoggiato una mano sulla sua spalla perché stava dicendo cose assurde". In tutto questo, invece, Massimo Giannini punta il dito proprio contro la giornalista di Mediaset. “La lezione di Romano Prodi ai poveri sicari del giornalismo di regime”, il commento tranchant della penna progressista.
Dall’altro lato, al contrario, i tre partiti della maggioranza non hanno timore nel definire le parole di Prodi un “atto volgare e sessista”. A parti inverse si sarebbe gridato al pericolo patriarcato tra i banchi della maggioranza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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