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L'imitazione di un fallimento

La regressione al progressismo del Movimento 5 Stelle è avvenuta in modo plastico ieri davanti a tutti

L'imitazione di un fallimento
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La transizione è terminata. Il ciclo delle stelle è arrivato al suo termine. Il cambiamento è avvenuto, i francescani sono divenuti gesuiti - come dice Grillo, esagerato e sibillino come sempre -, anche se qui, di santi e miracoli se ne sono visti pochi, più che altro abbiamo registrato iatture economiche e sciatterie politiche. Ma torniamo al punto: la regressione al progressismo del Movimento 5 Stelle è avvenuta in modo plastico ieri davanti a tutti, tenuta a battesimo con gioia da un entusiasta Giuseppe Conte che ha ribadito più volte: «Siamo progressisti, progressisti indipendenti», qualunque cosa voglia dire. Ma, d'altronde, uno che ha sempre ammesso di essere stato un elettore del Pd, dove altro poteva timonare i suoi se non nelle secche della sinistra più sinistra? Conte ha spento quel poco che restava delle stelle e ha acceso al loro posto un pallidissimo sol dell'avvenire. Il massimo del progresso, per l'avvocato di Volturara Appula, è la svolta socialisteggiante: mentre il mondo ha messo la freccia a destra, lui torna a sinistra.

Sia chiaro: da queste colonne abbiamo sempre criticato aspramente il Movimento 5 Stelle, denunciando quelle derive assistenzialiste e quelle pulsioni pauperiste che poi avrebbero lasciato ferite visibili sul corpo dell'intero Paese. Ma non si può negare che il Movimento delle origini avesse una sgangheratissima ma alquanto personale idea di futuro. Hanno sbagliato più di tutti gli altri, ma era tutta farina del loro sacco. Conte, invece, ha deciso di schiantarsi per conto terzi, puntando tutto su un usato sicuro (di fallire) e investendo su un'idea di passato già bocciata ovunque sia stata proposta. Ieri, a Roma, per volere dell'assemblea costituente degli ex grillini, è morto il Movimento 5 Stelle ed è nato l'ennesimo partitino di sinistra.

Non sappiamo dove andrà a finire, ma un sospetto lo abbiamo: di solito gli elettori preferiscono l'originale alla copia, doppione fatalmente destinato alla subalternità. E se Conte pensa di poter battere la Schlein nel campo dei flop progressisti, beh, ci sentiamo di suggerigli che la corsia è già occupata.

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