Stando a quanto rivelato dal sito Dagospia, dal famigerato incontro segreto tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani sarebbe venuto fuori una sorta di manuale Cencelli rivisitato. "Il Pd non molla, se vinciamo io farò il premier anche se al Senato dovesse mancare qualcosa, colpa di questa assurda legge elettorale che si chiama porcellum, tu avrai la prima scelta sul ministero dell'Economia o sul ministero degli Esteri per stare dentro la partita ai vertici dello Stato, in attesa che maturino le scadenze della presidenza della Commissione europea e di presidente del Consiglio d'Europa, presidenze che ti stanno particolarmente a cuore".
Nel summit tra i due, a parlare e a dettare le condizioni sarebbe stato il segretario democratico. Il bocconiano si sarebbe limitato a prendere appunti e ad annotare le richieste del Pd. Richieste che parlano poi di una convergenza sul nome di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica. "Dobbiamo accordarci sul fatto che esprimiamo noi il presidente della Repubblica, che non potrà che essere Mario Draghi perché se non libera il posto alla Bce tu in Europa non ci vai. È il candidato lanciato per prima da Berlusconi? Chi se ne frega, da oggi è il nostro candidato, così anche Angela Merkel è contenta".
Per quanto riguarda il futuro di Casini, Bersani avrebbe detto che il leader dell'Udc, grazie al suo rapporto personale con Massimo D'Alema, potrà "anche aspirare alla presidenza del Senato ma sappi che D'Alema non è più D'Alema e non esprime più
una influenza decisiva". Alla fine un'unica raccomandazione: "Caro Mario, mi raccomando, il nemico è Berlusconi (anche se tu lo votasti nel ‘94). Questo ha sette vite, diamogli addosso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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