Il giorno dopo la decisione del Carroccio di staccare la spina a Roberto Formigoni, la palla passa al segretario del Pdl Angelino Alfano. "Se la Lega dovesse mantenere questa posizione è chiaro che la responsabilità della scelta della data delle elezioni è del presidente Formigoni. Noi siamo contrari all’accanimento terapeutico. Formigoni deve scegliere la data delle elezioni per il bene della Lombardia, non dei partiti", ha dichiarato l'ex Guardasigilli a margine degli incontri dei democristiani del Pdl a Saint Vincent.
Per Alfano, "non è un problema di quale fosse l’accordo, il tema è che c’è un pronunciamento del Consiglio federale della Lega che è abbastanza esplicito e chiaro. Se questa sarà la posizione, la palla passa nel campo e nella responsabilità del presidente Formigoni che dovrà individuare la data in cui portare al voto la Lombardia che non può rimanere senza governo molto a lungo". Il segretario del Pdl chiude anche all'ipotesi effetto domino: "Noi non abbiamo mai connesso le vicende. Il patto con la Lombardia è chiaro e riguardava le regioni del Nord. La vicenda della Lombardia è molto specifica. Occorre occuparsi della Lombardia".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ignazio La Russa che chiede una decisione rapida sulla data delle prossime elezioni: "È necessario non lasciare situazioni ambigue ma scegliere subito e bene cosa fare nell’interesse della Lombardia. Questo per noi è un imperativo categorico".
Alfano sottolinea poi che il Pdl non ha scaricato Formigoni, come vorrebbe "una lettura malevola" delle sue dichiarazioni. Formigoni, a Domenica Live, su Canale 5, fa sapere che "per il bene dei lombardi cercherò di mandare la Lombardia al voto il più rapidamente possibile". E risponde pure alla Lega: "Non accetto ipotesi di sostegno a tempo: se la Lega vuole assumersi la responsabilità di mandare la Lombardia al voto si tolga dalla testa che avvenga ad aprile.
Se vogliono togliere l’appoggio si va a votare ora. È una posizione responsabile, non possono pensare di tenere in agonia la Lombardia fino ad aprile. Avevamo firmato un accordo chiaro con Maroni solo nella serata di giovedì, poi si sono rimangiati tutto".
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