La Lombardia gli intitola il Belvedere. E la sinistra riesce a mettersi di traverso

Cerimonia con Salvini, Fontana, Confalonieri, il fratello Paolo e la figlia Barbara

La Lombardia gli intitola il Belvedere. E la sinistra riesce a mettersi di traverso
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È una cerimonia commossa e sentita quella che si tiene al 39esimo piano di Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale lombarda.

Da qui, in una giornata tersa come quella di ieri, si domina la città a 360 gradi. Quella vicina, come via Melchiorre Gioia, sede dell’Istituto Salesiano dove Silvio Berlusconi studiò o lo stadio di San Siro scenario dei tanti successi del Milan. Da ieri il Belvedere si chiama Belvedere Silvio Berlusconi, intitolazione voluta dalla giunta a giugno, a pochi giorni dalla sua scomparsa. «Un luogo iconico» lo definisce la figlia Barbara, visibilmente commossa. «Un luogo di incontro delle persone, delle idee, dove si tirano le somme del passato e si cerca di progettare il futuro» per Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia. «Credo sia giusto intitolare il Belvedere - ha spiegato Fontana - a una persona che meglio di chiunque altro ha rappresentato i valori della nostra grande regione».

Grato ed emozionato il fratello Paolo: «Silvio c’è ed è nella storia» la frase che sintetizza l’ammirazione e l’affetto. «Fin da quando ha iniziato la sua attività di imprenditore, aveva fatto capire che era speciale, che lasciava il segno.

Qualunque impresa da lui realizzata arricchiva il territorio - ricorda Paolo -. E proprio per tutto quel che ha fatto Silvio, credo sia una cosa bella intitolargli questa sala. Oltre che essere motivo di orgoglio per la nostra famiglia credo sia motivo di lustro per questa Regione.

Qui si incontreranno cittadini, imprese, delegazioni internazionali e capi di Stato. Ringrazio la Regione per quello che è un atto di riconoscenza. Oggi festeggiamo l’87esimo compleanno di Silvio, e dico “festeggiamo” perché Silvio c’è ed è nella storia».

«Questo è un luogo iconico - commenta con la voce incrinata la figlia Barbara -: dal Belvedere si può ammirare Milano con tutta la sua bellezza, “la mia Milano” diceva, che gli ha dato tanto e che ha voluto restituire». Poi Barbara si lascia andare a un ricordo più intimo: «È sempre stato un padre amorevole, dal cuore buono e dall’animo amabile.

Ci portiamo nel cuore i suoi atteggiamenti e il suo esempio, la sua innata umanità, il rispetto profondo che nutriva per tutte le persone e per ogni cosa, la sua generosità e il suo grande coraggio. Lui non è più con noi, ma i suoi valori lo sono. Tutto questo non morirà mai e molte persone lo troveranno di ispirazione per molto tempo».

Ma ieri c’è stato anche chi non ha lesinato insulti e livore come i Giovani Democratici lombardi: «Le battute sessiste, il bunga bunga, le citazioni in condanne per mafia del suo amico Dell’Utri, la ’nipote di Mubarak’, il suo sbarco su TikTok, il G8 di Genova.

Questo è quello che viene in mente alla nostra generazione quando sente il nome di Silvio Berlusconi. Eravamo contrari al lutto nazionale e siamo assolutamente indignati dalla scelta di Fontana di intitolare un luogo pubblico e simbolico come il belvedere di Palazzo Lombardia».

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