L'ULTIMA CARNEVALATA DI SANTORO

Il conduttore televisivo onnipresente su Rai, Sky e La7 per ufficializzare la propria candidatura, in tandem con Carlo Freccero, a direttore generale di viale Mazzini: "Invierò il curriculum a Monti e a Napolitano. Vediamo se trova qualcuno migliore di me". Critiche dal mondo politico. Anche il Pd volta le spalle al giornalista: "Il carnevale è finito da oltre due mesi"

L'ULTIMA CARNEVALATA DI SANTORO

Gli manca solo il dono dell'ubiquità. Per il resto, in quanto a "doti", Michele Santoro non ha eguali. Lo dice lui stesso, ostentando le proprie capacità che lo ergono a unico personaggio in grado di dirigere la Rai.

Nell'ultimo periodo lo ha ribadito fino all'estenuazione. Al Festival Internazionale del giornalismo, a Servizio Pubblico, a Tv Talk, oggi a In mezz'ora, la trasmissione di Rai3 di Lucia Annunziata, sostenitrice del guru televisivo. E lo stesso concetto è stato ribadito anche in serata a Otto e mezzo su La7.

"Io e Carlo Freccero abbiamo tutte le carte in regola per coprire questi incarichi (rispettivamente dg e presidente, ndr). Ci presentiamo pubblicamente, senza ipocrisie, voglio vedere se tirano fuori persone che hanno curriculum migliori del nostro", ha più volte ripetuto Santoro.

Che oggi ha rilanciato e ufficializzato la propria candidatura in tandem con Freccero appunto. Un annuncio in diretta, in casa Rai, la stessa cinica casa da cui è andato via (con buonuscita milionario) dalla porta principale per rientrare adesso dalla finestra.

Fa sul serio, Santoro. Tanto da annunciare che manderà il curriculum al premier Mario Monti e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lanciando loro il guanto di sfida: "Vedremo se li analizzeranno". 

A suo avviso, questa scelta è simbolo di trasparenza, perché "a noi sta a cuore il problema del servizio pubblico e affrontiamo un principio: chi aspira a una nomina deve dirlo in modo trasparente, in maniera chiara, davanti a tutti e non andando a parlare con Bisignani... Li voglio vedere quelli che fanno parte delle cricche, delle camarille, che presentano curriculum e accettano di perdere... Vediamo cosa succede, di solito abbiamo buone risposte dalla rete web. Milioni di persone che si possono mettere in cammino...".

Forte dell'appoggio del "suo" popolo, il conduttore televisivo tiene a precisare che "la nostra non è una provocazione". E per dissipare eventuali dubbi, a Monti rivolge un appello che pare più una minaccia: "Se dice che, dopo le nomine della Vigilanza, si devono presentare i curricula, questo non ci sta bene. Dia una scadenza di due settimane e voglio vedere se quelli che fanno parte delle cricche presentano i curricula. Monti vuol tirare fuori il Paese dalle pastoie, ma non vorrei che finisse con il rimanere lui impastoiato...".

E tanto per infierire e affondare il coltello sulla piaga, Santoro ricorda al premier che "il consenso della gente per Monti è sceso sensibilmente rispetto a qualche tempo fa, attestandosi intorno al 40%".

Insomma, secondo il giornalista, il governo "dovrà prestare attenzione alla sua richiesta perché se la fase due non inizia dalla Rai non comincerà mai. Non è una questione di soldi ma di libertà e di credibilità del governo".

Non solo Monti, però. Santoro ne ha per tutti. Dispensa consigli a Bersani, "che mi sta simpatico ma vorrei che convocasse, come fece Berlinguer, gli stati generali dell’intellighenzia e dica "io mi siedo, ditemi che cosa non va", dieci rompiscatole che gli dicono cosa non va e lui per una volta sta ad ascoltare". E lancia stoccate nei confronti di Beppe Grillo, sostenendo che "uno dei disastri più recenti siano stati i partiti personali federati, come quelli della cosiddetta sinistra" e che "svolge un ruolo positivo, parla di un capitalismo rampante presente in più ambiti. Lui rimane comunque un artista, non si rende conto che quando parla in pubblico è cosa ben diversa dall’essere a teatro".

Inutile dire che le dichiarazioni di Santoro hanno scatenato la reazione del mondo politico. Quello che forse stupisce è che la critica nei confronti del conduttore arriva anche da sinistra. 

"È ottima la candidatura di Michele Santoro a Direttore Generale della Rai. Come quella di Freccero a Presidente. Peccato che Carnevale sia ormai finito da oltre 2 mesi. Sarà per la prossima edizione", ha affermato Giorgio Merlo, Pd, vicepresidente Commissione Vigilanza Rai.

"Nessuno ne sente la mancanza e così il redivivo Santoro, a corto di consensi e share televisivi, ne ha escogitata un’altra delle sue per tornare alla ribalta della cronaca", ha commentato Alessio Butti, capogruppo del Pdl in commissione di Vigilanza, il quale poi ha rincarato la dose: "Santoro non rappresenta certo l’archetipo dell’equidistanza o della qualità manageriale che sono requisiti indispensabili per un direttore all’altezza della situazione. Che Santoro, lontano dalla Rai, non sia quel guru degli ascolti che pensava di essere ci sembra ampiamente dimostrato, ma che ora abbia la supponenza di pensare anche alla propria autocandidatura alla direzione generale dell’azienda ci sembra troppo".

A sostenere la discesa in campo di Santoro c'è Roberto Saviano che su Twitter ha scritto: "Santoro: In Rai io e Freccero alla guida. Con i partiti al 2% di credibilità nel Paese, Monti premi il merito e la storia della Rai".

Anche l'Idv appoggia il giornalista. "Quello che mi convince delle candidature di Santoro e Freccero rispettivamente a dg e presidente della Rai, a parte le indubbie capacità professionali, è il metodo: l'annuncio di presentazione di curricula alla commissione parlamentare di Vigilanza Rai che, secondo l'attuale pessima legge Gasparri, è deputata alla scelta", ha scritto sul suo blog il presidente dei senatori dell'Italia dei valori, Felice Belisario.

Proprio sul curriculum, diversa è l'opinione dei senatori del Pdl Enzo Fasano, componente della Commissione di Vigilanza Rai, e Achille Totaro: "Ma il curriculum che Santoro ha presentato, da consumato teatrante dalla Annunziata, contiene anche il suo percorso politico? Dice per conto di chi è stato eletto in passato? Quanto ha guadagnato da europarlamentare e perché poi ha tradito i suoi elettori? Dice l’incasso milionario che ha percepito dalla Rai per andar via? Piuttosto che frignare per essere stato liquidato da maestro di faziosità e qualunquismo inadatto al Servizio pubblico, la smetta di dire fesserie e scenda dal piedistallo sul quale è salito. Il curriculum suo e di Freccero sono degni della tv della Corea del Nord".

Ma Santoro non si scompone. E si concede pure il tempo di un suggerimento da rivolgere al Partito Democratico: "I tempi sono stretti per riuscire a portare un’azione di successo e il Pd non è che può stare sull’Aventino.

Deve costringere Monti a non aspettare le decisioni dei partiti come mostra di voler fare ma di anticiparle, di dire "queste sono le nomine che mi spettano, io indico questi nomi". Così Monti dà l’esempio e i partiti al più basso livello di gradimento non possono fare altro che seguirlo".

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