L'ultimo guaio di Ciancimino jr: viola la sorveglianza e finisce sotto processo

Dopo la sentenza Mori che lo ha sbugiardato e il passaggio da teste chiave a imputato al processo sulla trattativa Stato mafia nuova disavventura giudiziaria per il figlio dell'ex sindaco boss di Palermo: la polizia non lo ha trovato a casa e lo ha denunciato

Ormai è in disgrazia, e da un bel po'. I bei tempi in cui era il re dei talk show tv, novella «icona dell'antimafia» (il copyright della definizione è dell'ex pm Antonio Ingroia), sembra preistoria: la sentenza che ha mandato assolto il generale Mario Mori lo ha bollato come inattendibile, accusandolo di aver falsificato i documenti prodotti per accreditarsi come pentito e di aver parlato coi pm sono per salvare il patrimonio di famiglia; e al processo sulla trattativa Stato-mafia, di cui doveva essere l'eroe in quanto teste chiave, è arrivato sì, ma da imputato di collusioni mafiose. Ma l'ultimo guaio giudiziario di Massimo Ciancimino fa sorridere, tanto è banale e comune negli ambienti della criminalità: è infatti accusato di essere uscito di casa dopo le 20 nonostante le misure di sorveglianza che è obbligato a osservare. Di qui un altro, l'ennesimo processo a suo carico per violazione della sorveglianza, che lo trascinerà davanti al giudice monocratico.
La presunta violazione, contestata a Ciancimino jr. dal pm Dario Scaletta, si è verificata la notte dello scorso 27 febbraio, a Palermo. Alle 23 e 58 i poliziotti incaricati della sorveglianza citofonano a casa Ciancimino. Invano. Entrano anche nell'androne del palazzo in pieno centro, a due passi da piazza Politeama, in cui Ciancimino vive con moglie e figlio e suonano alla porta, con insistenza. Senza risposta. Riprovano a mezzanotte e 40 minuti, e questa volta Ciancimino risponde. Dice che era in casa anche prima, che era solo nell'appartamento e che non aveva sentito il citofono. Ma i poliziotti non gli credono. Di qui il rapporto, approdato sulla scrivania del pm che ha deciso di mandarlo davanti al giudice monocratico. L'udienza si terrà il prossimo 14 aprile.
Per Massimo Ciancimino è l'ennesimo guaio giudiziario, di una serie nera cominciata quando è finito in arresto per aver calunniato l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro. Poi è stato un crescendo: l'accusa di detenzione di esplosivo, l'accusa al processo Stato-mafia (di concorso in associazione mafiosa e calunnia), di cui è pure il testimone chiave.

L'ultima disavventura, in ordine di tempo, è stata quella legata a un'indagine della Procura di Ferrara su una maxi-evasione fiscale. Ora quest'altra tegola. E anche la procura di Caltanissetta sta anche per chiedere il suo rinvio a giudizio per la calunnia a De Gennaro.

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