L'ultimo incubo: il Natale povero

Nelle vie meno luci, nelle case meno soldi. Sei italiani su 10 riducono il budget per doni, spese e vacanze

L'ultimo incubo: il Natale povero

Nelle chiese è cominciato l'Avvento e si aspetta con anima gaia la natività scandalosa, nelle città e nelle case è cominciato il conto alla rovescia e si aspetta con animo tetro la festa povera. A forza di auspicarlo o di temerlo, a seconda dei nobili convincimenti religiosi o dei nudi interessi di bottega, stavolta il Natale scarno e austero è davvero qui. I segnali non sono nemmeno tanto timidi, non serve il microscopio per intravederli, né facoltà paranormali per intuirli: basta guardarci in giro, si toccano con mano.

Il primo colpo d'occhio ce lo danno le città, in cui tutti hanno abbassato le luci, se non le hanno spente completamente. Da Udine ad Agrigento, l'Italia delle luminarie è una valle di lacrime: comuni a mani alzate, senza un euro per finanziare le decorazioni urbane, commercianti e libere associazioni che arrivano alle collette per appendere almeno un segno.

Viaggiando a luci spente nella notte, risultano comunque abbaglianti altre spie rosse. Coldiretti, sulla base dell'indagine «Christmas Survey 2012» di Deloitte, fa sapere che stavolta il 62 per cento degli italiani comprerà regali meno costosi rispetto allo scorso anno. In soldoni, ogni famiglia spenderà l'8,6 per cento in meno rispetto al 2011. E poi stiamo qui a raccontarci che per la ripresa bisogna rilanciare i consumi: ai consumi non serve un rilancio, serve il defibrillatore.

Lo stesso sogno di questa vacanza invernale, il viaggio nei mari caldi o sulle piste più innevate, risulta fortemente contratto: i sondaggi di settore segnalano che gli italiani non rinunceranno ai pranzi e ai cenoni dentro casa, ma taglieranno pesantemente le partenze. Le agenzie turistiche vivono un autentico incubo di settore.

Mamma, mi si è ristretto il Natale. Del resto, che stavolta non sia la solita sceneggiata dei commercianti piagnoni lo dimostrano certe situazioni dentro le aziende: in aumento i disoccupati, uno su tre fra i giovani, saccheggiata la cassa integrazione, persino taglio delle tredicesime, soprattutto in piccole realtà. Sì, è questa la terribile novità del 2012: diversi italiani non avranno più la boccata d'ossigeno della mensilità aggiuntiva, felicemente istituita nel contratto nazionale del 1937. Per chi ci faceva conto, una botta tremenda. Chi invece la incasserà regolarmente ha comunque già capito che ne farà una pura partita di giro: dalla busta paga all'Imu, con tanti saluti e una lacrima sul viso.

È indiscutibile: l'abbiamo temuto tante volte, l'abbiamo anche un po' assaggiato negli ultimissimi anni, ma sarà questo del 2012 il vero Natale povero. Non è certo un Natale di guerra e di carestia, è però un Natale che ha esaurito tutti i buchi della cinghia. Gli sprechi, l'opulenza sguaiata, le spese folli, cioè tutta l'impalcatura consumistica che ipocritamente ci siamo sempre rinfacciati, questa volta sarà vietata, salvo i soliti casi che però non fanno statistica.
I bravi preti ci diranno che tutto questo non è poi così male, perché finalmente riusciremo ad alzare la testa dalla confusione e a realizzare come in fondo la ricorrenza sia pur sempre religiosa.

Gli affranti commercianti ci diranno che comunque Natale è uno snodo cruciale per l'economia, dunque la sua miseria non è mai salutare per nessuno. In ogni caso, bisogna farsi forza: l'anno prossimo si preannuncia pure peggio.

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