L'uomo metropolitano di Fendi sfida il Grande freddo

L'uomo metropolitano di Fendi sfida il Grande freddo

Lavora in uffici eccessivamente riscaldati ma sogna di vivere all'aria aperta. Indossa il doppiopetto d'ordinanza ma sopra mette un pezzo creato per poter affrontare estreme condizioni climatiche. L'uomo visto in passerella a Milano sembra fare i conti con l'inquinamento e la conseguente necessità di ridurre le emissioni, e quindi moderare il riscaldamento e prepararsi a patire un po' il freddo. Di conseguenza proteggere il corpo conciliando l'inappuntabile eleganza dello stile sartoriale moderno con la tecnologica praticità dell'outerwear. «Il grande freddo, i ghiacci, le avventure: l'uomo ha bisogno di un volume schermante che non esclude un perfetto aplomb» spiegava ieri sera Silvia Venturini Fendi prima di far sfilare, fra cibi «primitivi» e musica «concreta» del compositore elettronico Matthew Herbert - suoni di passi e rumori catturati all'ambiente - una collezione di pezzi straordinari, tutti desiderabili e notevolmente protettivi. Il cappotto in lana spinata ha sezioni ricoperte con una pellicola che lo rendono impermeabile, il principe di Galles, il pied de poule e gli jacquard degli abiti sono come «sporcati» dal bianco della neve, i pulloveroni a tanti fili di cashmere sono quelli dei pescatori dei mari del Nord, la cappa è in caldissimo astrakan e la pelliccia di castoro è foderata di lana impermeabilizzata. Tutto è a prova di freddo artico e di pioggia battente compresi i giubbotti di pelle foderati di cashmere, le piccole borse da cintura con patta che funge da scaldamani e le scarpe con carrarmato trasparente come il ghiaccio.
Conduce una vita open air, a metà fra lavoro e tempo libero, anche l'uomo elegantemente tratteggiato da Paul Surridge, direttore creativo della linea Z Zegna: «Volevo portare l'outdoor in città e per questo ho applicato la tecnologia dei termonastrati e dei termosaldati anche in abiti antipioggia che allo stesso tempo hanno un'anima» dichiarava il designer che ha dato prova di grande bravura nel conciliare l'emozione di colori caravaggeschi - terra d'ombra e terra di Siena - con la forza del rosso cadmio e la ricerca di trattamenti speciali. Per esempio l'uso di jacquard trapuntati e idrorepellenti persino nei completi da cerimonia. Indimenticabile l'abito gessato grigio cenere con ampia filettatura marrone chiarissimo e il parka blu navy portato sull'abito nelle stesse nuance di colore. Per affrontare i freddi di una città come San Pietroburgo l'uomo Canali ricorre al cappotto, prezioso e sontuoso, altero nella sua ispirazione militare. Realizzato con lana cotta a motivi déco o lana e seta con visone intarsiato, in colori densi e saturi come il viola o il rosso scuro ma anche ottanio, è un pezzo imperdibile del prossimo inverno insieme agli immancabili colli di astrakan, fodere di pelliccia, sciarpe di seta e accessori di coccodrillo.
Materie ricercate ed esclusive che nel caso di Etro diventano di una bellezza struggente ed eclatante. Ma l'audacia di certi tessuti, preziosi e antichi, stampati e usati in patchwork, mette in discussione l'idea di un abbigliamento maschile talmente creativo da risultare poco portabile.

Kean Etro che questa volta si definisce «GengisKean», nel tentativo di avvicinare due culture distanti tra loro, quella himalajana e quella irlandese, il dandy e lo sherpa, ha mandato in scena una moda troppo ricca e troppo complessa per poter piacere a un cittadino metropolita

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