Manovre di salotto

Dopo i recenti fallimenti di Renzi e poi di Calenda, e ancora prima di Mario Monti al massimo del suo fulgore, ora nel campo delle sinistre si torna a parlare di nuovi partiti di centro

Manovre di salotto
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Grandi lavori in corso al centro, come sempre dal 1994, quando Berlusconi introdusse con un colpo di mano il bipolarismo nel nostro Paese. Da allora è stato Destra contro Sinistra, con varie sfumature di grigio a seconda delle stagioni, da cui i termini Centrodestra e Centrosinistra. È vero che un Paese come l'Italia lo puoi condurre solo stando almeno verso il centro, ma elettoralmente parlando il centro-centro dal 1994 è un non-luogo, o quantomeno un luogo che non può avere ambizioni di regia. Unica eccezione fu l'Ulivo di Romano Prodi, mal riuscito tentativo di mascherare come centrista la coalizione forse più a sinistra della Seconda Repubblica. È vero che vinse, sia pure per un soffio, le elezioni del 2006, ma il suo governo non resse l'urto del bluff, implose rapidamente e con tale forza che il suo partito maggioritario, il Pd, da allora non si è più ripreso.

Dopo i recenti fallimenti di Renzi e poi di Calenda, e ancora prima di Mario Monti al massimo del suo fulgore, ora nel campo delle sinistre si torna a parlare di nuovi partiti di centro, o di un centrista come federatore di tutta la sinistra sul modello appunto dell'Ulivo di Prodi. Tra smentite e mezze conferme, nelle ultime settimane si sono fatti vivi sull'argomento il sindaco di Milano Beppe Sala e il da ieri ex capo dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Intenzione nobile, per di più parliamo di due galantuomini. Ma dove sono i loro eserciti, quali le loro munizioni? Quando Matteo Renzi, centrista di sinistra, decise di provare a prendersi tutto, non andò tanto per il sottile, dichiarò guerra alla gerarchia e scalò in modo ostile il suo partito. Al secondo tentativo ci riuscì ed ebbe la sua breve ma intensa stagione di gloria. La stessa Elly Schlein non è che sia stata esattamente invitata alla festa del Pd, si è presentata da imbucata («Non mi hanno visto arrivare», dirà poi) e si è presa la torta.

Una

storia sull'altro fronte simile a quella di Giorgia Meloni. Se qualcuno è davvero così pazzo da volersi prendere la sinistra, non ha altra scelta che mettersi a correre in proprio. Il resto sono chiacchiere e manovre da salotto.

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