"Sono ancora nel Pd. Adesso c’è il passaggio più difficile. Il Pd deve recuperare credibilità, l’ha persa tutta". Parole forti quelle di Franco Marini che, intervistato da Lucia Annunziata su Raitre, ha fatto una disamina - tutt'altro che positiva - della situazione del Partito Democratico.
"Una cosa volgare e ingiusta, sono stato vittima del mio partito allo sbando. Il Pd è in una condizione drammatica. Dobbiamo riconquistare serietà e credibilità", così definisce la manovra che lo ha portato fuori dalla corsa del Quirinale. "La necessità imponeva un rapporto con un’altra forza alternativa, il Pdl, Grillo ha messo alla porta Bersani e quindi il segretario del Pd ha capito che doveva dialogare con Berlusconi", ha sostenuto Marini precisando però che la sua candidatura "è stata costruita dal partito".
Inoltre, l'ex presidente del Senato ha affermato che "Napolitano non ha spazi per dire che non si fanno intese con il Pdl, chiamiamole medie intese, se non larghe intese. Questa candidatura era legata da una strategia delle medie intese, ora «opo il disastro che c’è stato nel Pd si torna lì. Bersani è stato costretto per il bene del partito a cambiare strategia. Il partito non lo governa nessuno. Bersani ha dovuto chiamare Prodi".
E proprio su Prodi, Marini ha tuonato: "Questo cambiamento è stato un danno per il partito, sono rimasto sbalordito, sconvolto da come è stato bruciato Prodi. Lo hanno applaudito, lo hanno richiamato dall’Africa....C’è un dilagare di opportunismo che ha toccato il nostro partito, questa è la malattia del partito. Io sto accusando tutta la dirigenza del partito. Avrebbe dovuto esserci un voto".
Infine una stoccata anche a Matteo Renzi: "Non esiste quando
si prendono delle decisioni. Nel partito non viene mai, ha un livello di ambizione sfrenata, a volte parla e non sa che dice, vuole solo un titolo sui giornali. Se non limita la sua ambizione finisce fuori strada".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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