Marino si copre di ridicolo: denunciato il corteo del Pdl

Il sindaco di Roma accusa gli organizzatori per danneggiamento di suolo pubblico. Santanchè: la mamma dei cretini è sempre incinta

Marino si copre di ridicolo: denunciato il corteo del Pdl

Roma - Scomodare per l'ennesima volta Flaiano e l'aforisma sulla situazione «grave ma non seria» sarebbe troppo. Questa volta, infatti, si recita nel campo del surreale. Accade infatti che Ignazio Marino, neo sindaco di Roma evidentemente ancora poco avvezzo al nuovo ruolo istituzionale di figura super partes, pensi bene di procedere a una denuncia contro gli organizzatori della manifestazione di Via del Plebiscito. Il motivo? «In seguito all'accertamento del danneggiamento del suolo pubblico, la polizia municipale ha proceduto a dare notizia di reato alla procura della Repubblica» dichiara in una nota l'ufficio stampa del Campidoglio.

Il casus belli della polemica più pazza dell'estate è la rimozione di un segnale stradale effettuata per ragioni di sicurezza, come da prassi di ogni manifestazione. Segnale poi riavvitato subito dopo la fine del sit-in di solidarietà a Silvio Berlusconi e ricollocato in piena forma al suo posto alle 21 e 30. A volerla prendere seriamente viene da pensare a una sorta di nemesi storica per una sinistra che per anni si è riempita la bocca con la sacralità del diritto fondamentale a manifestare, protestare e scioperare, e ora si ritrova a cavalcare la burocrazia del bullone svitato. Ma forse questo infortunio ha solo a che fare con il desiderio di mettere in campo una ripicca politica, intercettare un po' di luce di riflesso e appuntarsi galloni di antiberlusconismo.

Le reazioni degli organizzatori della manifestazione si muovono su un terreno incerto, tra il furioso e il divertito. Ma è soprattutto lo stupore il sentimento prevalente. «Non c'è limite alla faziosità di questa amministrazione comunale. Trascinare su questo terreno una manifestazione di grande valore politico e umano dà la cifra della statura politica di questo sindaco» dice Fabrizio Cicchitto. «Nel paese degli sceriffi la mamma dei cretini è sempre incinta» attacca Daniela Santanchè. Maurizio Gasparri propone «un libero concorso di idee per trovare il più efficace giudizio nei confronti di un sindaco che assume iniziative così patetiche. Siamo di fronte al principe del ridicolo». Mariastella Gelmini si attesta su toni british: «Trovo singolare il suo contributo alla pacificazione nazionale: denuncia dell'avversario politico? Complimenti!». E se Giuseppe Moles ipotizza che Marino puntasse a costringere Berlusconi a un discorso dal balcone, così da potersi sbizzarrire nell'evocazione mussoliniana, Francesco Storace liquida il tutto come «atteggiamento disonorevole e infantile» mentre Luca Gramazio parla di «fallo di frustrazione».

Nel merito una nota del Pdl replica punto per punto ai rilievi. Si ricorda, ad esempio che «il 3 agosto abbiamo inviato tre e-mail al Comune e un fax alla Questura per chiedere l'autorizzazione all'uso del suolo pubblico. Il Comune non si è preoccupato di rispondere (e oggi ci dicono che non c'era nessuno in ufficio, malgrado anche i muri sapessero della manifestazione), mentre la Questura ha dato le autorizzazioni. Il Pdl ha dettagliatamente descritto le modalità organizzative; la Questura ha attivato le procedure di rito. Tant'è vero che la mattina di domenica il comando dei vigili urbani ha attivato la viabilità, inviando numerose pattuglie». «Per elementari motivi di sicurezza sono state rimossi, con l'assistenza dei vigili, tutti gli ostacoli possibili, pali compresi, per evitare pericoli per le persone. Alle 21,30, sempre con l'assistenza dei vigili urbani, tutto - pali compresi - è stato ripristinato esattamente come prima».

«Sapendo della manifestazione, invece di girare in bicicletta sarebbe stato sufficiente fare in modo che qualcuno fosse presente negli uffici preposti alla ricezione dei fax. Ci auguriamo, per il futuro, altrettanta zelante solerzia per manifestazioni di segno opposto, organizzate da partiti politici più vicini all'attuale amministrazione capitolina».

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