Matera, il campo largo fa crac: si dimette il sindaco 5s Bennardi

Il sindaco pentastellato annuncia le dimissioni, anticipando l'ormai inesorabile fine dei giochi avallata anche dal Pd. Centrosinistra a pezzi, ma i dem parlando di "nuovo spirito unitario"

Matera, il campo largo fa crac: si dimette il sindaco 5s Bennardi
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Il campo largo va in frantumi (anche) nella Città dei Sassi. A Matera il sindaco pentastellato Domenico Bennardi ha rassegnato nel pomeriggio del 20 ottobre le proprie dimissioni, annunciando la drastica mossa con una lettera aperta ai cittadini. Secondo quanto riferiscono le cronache locali, la decisione dell'ormai ex primo cittadino è infatti maturata a seguito di una rottura ormai insanabile tra le forze del centrosinistra materano, ormai arrivate a una vera e propria resa dei conti politica.

"In questi quattro anni ho concentrato tutti gli sforzi e dedicato ogni singolo giorno a far crescere il valore e il nome di Matera lavorando costantemente per renderla migliore di come io l'abbia trovata. Ho superato e arginato anche quelle fisiologiche fibrillazioni politiche all'interno del consiglio comunale"; ha scritto il pentastellato Bennardi, che era stato eletto nel settembre del 2020 con una coalizione composta da Movimento Cinque Stelle e altre liste di centrosinistra. Da lì, l'inizio di un percorso segnato da diversi scogli politici, con quattro rimpasti di giunta e un'integrazione nella composizione dell'esecutivo, avvenuta pochi giorni fa. "Oggi però - ha constatato - di fronte a una crisi politica che di fatto non offre garanzie sulla tenuta di maggioranza ne prendo atto e, nell'ipotesi di un commissariamento, ho inoltrato comunicazione di dimissioni formali dalla carica di sindaco".

L'estrema scelta di Bennardi anticipa le "forche caudine" che il primo cittadino avrebbe dovuto attraversare nella giornata di domani. Proprio per il 21 ottobre, infatti, le forze di opposizione avevano programmato di presentarsi al cospetto di un notaio per formalizzare le dimissioni in blocco dei loro consiglieri comunali. E pare che il Partito Democratico locale avesse deciso di fare altrettanto, sancendo uno strappo che avrebbe in ogni caso decretato l'inesorabile fine dei giochi per Bennardi e la sua maggioranza. Così, a Matera è saltato il banco e ora il centrosinistra si ritrova più frammentato che mai. O meglio, affetto da una profonda crisi d'identità. Pd e 5s, infatti, non più tre settimane fa avevano votato assieme (peraltro con successo) all'elezione del presidente della provincia di Matera.

"Questo nuovo spirito unitario (...) consente ora anche di mitigare i casi di posizioni quasi alternative tra Partito democratico e Movimento 5 stelle registrate nel tempo sui territori", aveva annotato il segretario del Partito democratico della Basilicata, Giovanni Lettieri, alla vigilia del voto provincia, facendo proprio esplicito riferimento al Comune di Matera e alla mozione di sfiducia a Bennardi e alla sua maggioranza. Eppure si fatica a immaginare la Città dei Sassi pervasa da quello "spirito unitario", soprattutto oggi, nel giorno in cui il progetto politico rappresentato da Bennardi subisce una definitiva battuta d'arresto.

Le cronache politiche, peraltro, dimostrano come quella del campo largo sia ancora un'opzione fortemente soggetta a fragilità e a repentini sbalzi di tensione, tanto a livello locale quanto a livello nazionale. "Oggi si chiude un ciclo politico ma sono convinto che si possa aprirne un altro, per un nuovo inizio insieme a tutte le forze di centrosinistra riformiste e progressiste", ha scritto il pentastellato Domenico Bennardi nella lettera aperta con cui ha annunciato le proprie dimissioni. Da una parte crolla tutto, dall'altra Pd e 5s ci provano ancora. I dem, in particolare, ora puntano a voltare pagina e in una nota esprimono il supporto ai loro esponenti locali per "individuare la scelta migliore per il futuro di Matera, da compiere in collaborazione con tutte le forze del centro sinistra, che nelle prossime ore dovranno riunirsi per confrontarsi e condividere le scelte da fare".

Mentre la sinistra cerca di riportare il campo largo in carreggiata, dal centrodestra arrivano puntuali critiche alla controparte proprio in riferimento al pasticcio molisano. "I Cinque stelle si confermano inadeguati per il governo della cosa pubblica, proprio come i loro sodali del Pd. Hanno avuto la possibilità di amministrare la città dopo l'esperienza di Capitale europea della cultura, ma hanno messo in campo una politica involuta, che non ha mai guardato al futuro, che non ha reso giustizia alle sacrosante aspettative dei materani", ha tuonato il commissario della Lega Basilicata, Pasquale Pepe.

"C'erano e ci sono ancora le condizioni per rendere Matera una capitale permanente del turismo e della cultura su scala europea e nazionale.

Ma - ha concluso l'esponente lucano del Carroccio e vicepresidente della giunta regionale in Basilicata - c'è bisogno di una politica visionaria e concreta al tempo stesso, che lavori invece di litigare, che non guardi agli interessi di bottega ma alle aspirazioni di un popolo che ha bisogno di solidità e progettualità, di fiducia e di possibilità nuove. Ingredienti che la Lega e il centrodestra sapranno proporre in caso di consultazioni elettorali che, lo ribadiamo, a questo punto non devono essere eluse".

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