L'abolizione dell'abuso d'ufficio è legge: Sergio Mattarella ha firmato il ddl Giustizia nell'ultimo giorno prima del termine dei trenta che stabilisce la legge. Il ritardo nella firma del presidente della Repubblica è stato inevitabilmente strumentalizzato dalle opposizioni, le quali l'hanno interpretato come un monito al governo. Ma la firma, alla fine, c'è stata, senza lettere di chiamo, come paventato dai partiti di sinistra del Parlamento, e ora il ddl può andare in Gazzetta Ufficiale.
Secondo alcune fonti, il ritardo (che ritardo non è) nella firma da parte del presidente della Repubblica è da imputare alla necessità da parte di Mattarella di prendersi tutto il tempo necessario per leggere il disegno di legge. La cancellazione dell'abuso d'ufficio, nonostante sia stata caldeggiata dalle fore politiche bipartisan, soprattutto da parte delle amministrazioni locali, ha indispettito alcuni giuristi e questo pare abbia spinto il Quirinale ad approfondire. Ma ultimato il controllo e non ravvisati problemi, il presidente della Repubblica ha posto la sua sua firma, promulgando la legge.
Oltre all'abolizione dell'abuso di ufficio, il disegno di legge interviene anche sul "traffico di influenze" introdotto dalla legge Severino e modificato dalla Spazza-corrotti: il ddl limita la sanzione penale a "condotte particolarmente gravi" e viene eliminata l'ipotesi della "millanteria". Tuttavia, è previsto l'innalzamento della pena minima da un anno e sei mesi a quattro anni e sei mesi. Nel rispetto deli principi di garantismo, viene il divieto di pubblicazione, anche parziale, del contenuto delle intercettazioni salvo che non sia riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento.
In questo modo si limitano le pubblicazioni di intercettazioni atte a screditare terzi non indagati o contenuti che non sono utili al fine dell'indagine.
Con un emendamento durate l'iter in Senato, è stato incorporato nel testo un disegno di legge del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin che vieta l'acquisizione di ogni forma di comunicazione, anche diversa dalla corrispondenza, intercorsa tra l'imputato e il proprio difensore, salvo che l'autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che si tratti di corpo del reato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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