Mattarella pronto a firmare lo stop all'abuso d'ufficio

Il Quirinale darà il via libera alla legge Nordio subito dopo aver siglato il decreto carceri. Nessun rilievo sulle norme del governo

Mattarella pronto a firmare lo stop all'abuso d'ufficio
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E l'abuso d'ufficio? Mattarella se l'è dimenticato? Non gli piace? Lo vuole rimandare alle Camere? Lo promulgherà accompagnato da una nota critica, un messaggio, una chiosa, un'avvertenza? Ma il dubbio, anzi l'ansia crescente e un filo polemica che da giorni attanagliava la maggioranza, puff, evapora in serata: alla fine l'uomo del Colle ha detto sì e oggi, proprio alla scadenza dei termini fissati dalla Carta per la conversione, la cancellazione del reato diventerà legge dello Stato. Una decisione sul gong, notano in ambienti parlamentari. Una firma «perfettamente nei tempi previsti dalla Costituzione», precisano dal Quirinale, che non a caso segue a ruota quella sulle carceri che, reintroducendo il peculato per distrazione, ha in qualche modo «compensato» la riforma del governo.

Dunque niente rinvii, nessuna bocciatura, solo il necessario e complesso «lavoro di verifica di compatibilità» con le norme europee. Nel testo nulla da eccepire sul piano formale, la norma non presentava violazioni macroscopiche della Costituzione. C'erano comunque, dal punto di vista di Sergio Mattarella, un paio di domande a cui risponderebbe. Quali effetti causerà la cancellazione del diritto d'ufficio? Quanti buchi normativi bisognerà colmare? Il provvedimento cambierà infatti la procedura della custodia cautelare e avrà un impatto sul traffico di influenze. E poi, come conciliare il tutto con le leggi Ue? A Bruxelles non hanno fatto salti di gioia. Da qui la necessità del capo dello Stato di prendersi tutto il tempo disponibile per un accertamento dal valore non solo tecnico ma anche politico e in un certo senso diplomatico.

Così i giorni sono passati. Gli uffici giuridici del Quirinale hanno «studiato attentamente» il dossier. Sono state effettuate «analisi e approfondimenti». Sono stati presi contatti con Bruxelles. Sono state esaminate soluzioni. Nel frattempo proprio in queste settimane il presidente ha avuto un'agenda di impegni parecchio fitta, è stato pure impegnato all'estero, con una lunga visita ufficiale in Brasile e una trasferta a Parigi per i Giochi Olimpici. Intanto montava una certa apprensione nell'esecutivo. L'altro giorno Guido Crosetto ha rilanciato un post di Enrico Costa, deputato di Azione, che notava come il mese concesso per la promulgazione stesse scadendo. Una pressione sul Colle? «Ma no - smentisce il ministro della Difesa - io non mi sognerei mai di attaccare Mattarella, che considero un pilastro della nazione, non lo farei per il ruolo istituzionale che riveste e per l'amicizia che mi lega a lui». E il guardasigilli Carlo Nordio, sotto fuoco incrociato, ha chiesto di essere ricevuto dal presidente. L'incontro avverrà non prima della fine della pausa estiva, forse a settembre.

Le tensioni si sono però sgonfiate dopo la doppia firma del capo dello Stato. Nel pomeriggio quella sul dl carceri, che ha reso più agevole quella di oggi sulla riforma Nordio: la situazione si è sbloccata reintroducendo nel codice il peculato per distrazione, un reato commesso dai funzionari pubblici che per il loro incarico hanno a disposizione una certa somma di denaro e la usano per scopi diversi da quelli previsti dalla legge.

Nel corso degli anni, per prassi giuridica, il peculato per distrazione è stato spesso assorbito nell'abuso d'ufficio. Ora uno va via, l'altro torna e, insomma, magari bilancerà almeno in parte la cancellazione del abuso d'ufficio e dovrebbe quindi mettere l'Italia al riparo da reprimende europee.

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