Mattarella: "Grave quando le carriere delle toghe sono influenzate politicamente"

Il Presidente della Repubblica "avalla" la riforma Nordio che vuole cancellare l'aspetto correntizio delle nomine del Csm e sottolinea: "Bisogna opporsi a qualsiasi atto che possa compromettere l'indipendenza della magistratura"

Mattarella: "Grave quando le carriere delle toghe sono influenzate politicamente"
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Sergio Mattarella ritorna a parlare del tema della magistratura e lo fa incontrando al Palazzo del Quirinale una delegazione della Rete europea dei Consigli di Giustizia (ENCJ). Il Presidente della Repubblica ricorda come la Corte di Giustizia dell'Unione Europea abbia sottolineato che il "requisito dell'indipendenza dei giudici attiene al contenuto essenziale del diritto fondamentale all'equo processo" e si rivela anche un "elemento costitutivo dello stato democratico". Va quindi "salvaguardata l'indipendenza della magistratura - ribadisce ancora il Capo dello Stato - che, allo stesso tempo, costituisce una prerogativa di ogni singolo appartenente all'ordine giudiziario e, insieme, un diritto di ciascun cittadino". Agli stessi giudici compete poi "la tutela dei diritti e la garanzia di giustizia ad essa connessa. Senza questa lo stato di diritto fondato sull'uguaglianza e sulla dignità della persona ne sarebbe chiaramente incrinato", aggiunge.

Dopo di che Mattarella va attacco del cosiddetto mercimonio delle correnti - come lo aveva definito qualche giorno fa il ministro Carlo Nordio - rievocando alcuni scandali che avevano sconvolto il Consiglio Superiore della Magistratura negli scorsi mesi. Proprio colui che presiede il Csm, infatti, parla di "recenti vicende" che dimostrano "quanto possano essere gravi le conseguenze di una erosione dei pilastri dello stato di diritto" qualora vengano "influenzate politicamente le nomine e le carriere dei magistrati". Ecco perché, anche in questo contesto, si deve affermare il principio in base al quale "esiste un dovere collettivo per la magistratura europea di dichiarare in modo chiaro e convincente la propria opposizione a qualsiasi atto che possa compromettere l'indipendenza dei singoli giudici, della magistratura e dei consigli di giustizia". Si tratta del "fondamentale e irrinunziabile principio della soggezione del potere, di ogni potere, alla legge", ha aggiunto il Capo dello Stato.

Il discorso di Mattarella davanti all'ENCJ è stato dunque, in un certo senso, una sorta di implicita sottoscrizione al progetto presentato nelle scorse settimane dal Guardasigilli dopo il licenziamento della norma in Consiglio dei ministri. Nella riforma complessiva della giustizia, infatti, è presente anche l'introduzione della procedura del sorteggio per nominare i prossimi componenti dei due Csm che nascerebbero nel caso in cui la modifica costituzionale venisse approvata definitivamente. A tale proposito, Nordio aveva commentato che se un magistrato va a chiedere il voto diventa poi "fisiologico" che poi quando viene eletto abbia un rapporto privilegiato con il proprio elettorato. E, di fatto, avviene quindi una "specie di mercimonio, assolutamente lecito, fino a che non raggiunge le patologie di Palamara".

Perché, in questa maniera, "i partitini all'interno dell'Anm decidono il destino dei magistrati". Insomma, la magistratura deve essere assolutamente "indipendente da potere legislativo ed esecutivo, ma soprattutto da sè stessa", aveva ribadito.

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