La maturità politica del centrodestra

Nel centrodestra si discute, non si pongono diktat e la presenza di posizioni diverse non è pretesto per scontri e anatemi. È un segno di maturità politica

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
00:00 00:00

«They're not at home with freedom»: non si sentono a loro agio con la libertà. Così Margaret Thatcher, con una delle sue fulminee e memorabili uscite, definì anni fa la sinistra inglese. Un'espressione perfetta che ancora oggi si adatta come un vestito su misura ai tanti falsi progressisti del nostro Paese che, come bene hanno sottolineato gli studenti universitari brutalmente aggrediti da esponenti di sinistra dell'Università Statale di Milano, un giorno manifestano contro la violenza sulle donne e il giorno dopo insultano e minacciano una donna che vuole liberamente esprimere la propria legittima posizione.

Questi episodi, nella loro inaudita gravità (ricordiamo che gli universitari protagonisti della violenta aggressione non erano esponenti dei centri sociali, ma rappresentanti degli organi d'ateneo e legati al Pd), ci ricordano quanto sia fondamentale continuare ad affermare il valore della libertà.

In questi giorni, nel centrodestra lombardo, abbiamo assistito a un confronto su un tema delicato come il fine vita, che ha fatto emergere sensibilità diverse. Ma da tutta la vicenda un dato emerge in maniera chiara: nel centrodestra si discute, non si pongono diktat e la presenza di posizioni diverse non è pretesto per scontri e anatemi. È un segno di maturità politica che andrebbe sottolineato.

Il fatto che tale confronto avvenga su temi sensibili, con implicazioni morali che coinvolgono motivazioni di carattere culturale e pre politico, non può non portare a un confronto tra ciò che accade nello schieramento di centrodestra e ciò che al contrario caratterizza la parte avversa, che su tali argomenti ha fatto ormai da tempo calare un rigido pensiero unico e dogmatico rispetto al quale non è lecito dissentire.

Viene alla mente il caso della capogruppo del Pd a Verona, che alcuni anni fa fu messa alla pubblica gogna dal gran giurì del pensiero unico dell'odierna sinistra liberal per aver osato votare una mozione a favore della vita. Nessuna discussione, nessun confronto nel Pd sull'argomento: solo la scure del giudizio inappellabile, infarcito dalle solite parole trite e ritrite su Medioevo e oscurantismo. Puri slogan; nessuna argomentazione. In sintesi: nessuna libertà.

Il centrodestra ha dunque di fronte a sé una grande sfida e opportunità: proporsi ora più che mai come luogo di vera politica, fatta di libero e serio confronto, senza pregiudizi. Non significa che debba passare una sorta di linea «indifferentista», per cui su determinati temi si procede confusamente e in ordine sparso: la presenza, rispettosa, di posizioni differenti deve innescare un dibattito vero, fatto di ascolto e confronto, di autentica cultura politica, animata da uguale passione per libertà e ricerca della verità.

Nel centrodestra questo può succedere. E non è cosa da poco.

Di più: direi che questo è un vero e proprio tratto distintivo, che traccia un solco tra chi vive di vuoti slogan che generano violenza e intolleranza, e chi invece si sente in cammino e vuole condividere un lavoro culturale per arrivare a decisioni politiche autentiche.

*eurodeputato di Forza Italia e vicepresidente del gruppo Ppe al Parlamento Europeo

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica