"Mi dà del putiniano?". Conte litiga con Vespa e chiama la claque

Il presidente del Movimento 5 Stelle si attorciglia in qualche contraddizione di troppo e, pressato dal giornalista sulla guerra in Ucraina, perde completamente le staffe

"Mi dà del putiniano?". Conte litiga con Vespa e chiama la claque
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Migranti, guerra in Ucraina, crescita economica. L'intervista di Bruno Vespa a Giuseppe Conte, in occasione del Forum in Masseria a Manduria, si trasforma presto in un vivace battibecco tra i due. Il presidente del Movimento 5 Stelle, inchiodato dal conduttore di Porta Porta su alcune contraddizioni del leader grillino, si scompone in maniera evidente. I ruoli (incredibilmente) si ribaltano e Conte diventa quasi in un insistente intervistatore del padrone di casa.

Dopo le classiche accuse al governo sulla gestione del Pnrr - e dopo avere teso la mano alla Schlein su un dialogo con il Partito Democratico - a inizio dialogo Conte tende a sminuire l'accordo sui migranti e il recente viaggio di Giorgia Meloni a Tunisi, affermando che per ora "la svolta è solamente a parole". Vespa gli fa notare che in Tunisia il presidente del Consiglio si sia presentato con la Von der Leyen e con il premier olandese Rutte, storico falco della redistribuzione dei migranti. "I problemi in quel Paese non si risolvono con una visita", è l'altro affondo di Conte.

Vespa gli chiede poi se è veramente convinto che non dando più armi all'Ucraina la situazione può migliorare. "Ma lei è davvero convinto, invece, che noi dando armi non abbracceremmo un conflitto mondiale e scapperà anche un incidente nucleare? Mi risponda". Naturalmente il giornalista replica moderatamente che lui non può garantire proprio nulla, non ricoprendo ruoli istituzionali. Ma Giuseppi è imperterrito: "Non sarebbe stato più opportuno e saggio sedersi a un tavolo per un negoziato con Putin?". "È Putin che non vuole mediare", ribatte prontamente Bruno Vespa. "Ah, quindi lei ha parlato con lui?", risponde Conte il quale ignora (o fa finta di ignorare) i tentativi portati direttamente avanti da Draghi e da Macron nei mesi scorso con il presidente russo, che ha sempre rifiutato qualsiasi trattativa di pace. "Avete paura di costruire un tavolo negoziale?", prosegue l'assurdo refrain di Conte.

Ed è proprio che quest'ultimo, in palese difficoltà, sbotta definitivamente in un successibo passaggio. Vespa non ci sta e lo interroga su questo preciso punto: "Per lei è irrilevante che un Paese sovrano venga invaso?". Conte, ancora una volta, non risponde e perde le staffe: "Così mi offende. Mi vuole dare del filo-putiniano? Se lei mi dice questo, mi sta dando del putiniano e offende la posizione politica e strategica di un intero movimento". Poi, dall'ex presidente del Consiglio parte una lunga supercazzola al termine della quale parte un timidissimo applauso dalla platea presente a Manduria. "Voi dovete applaudire più forte. Fatevi sentire! Non solo qui, ma anche al governo. Ovunque io giro nel Paese, tutti quanti mi date ragione - sono le parole dal vago aspetto narcisista - ma se restate in silenzio non potete poi lamentarvi".

Infine, la sparata conclusiva: "Il G7 in Puglia? Mi interessa capire come ci arriveremo, confidando naturalmente che ci saremo ancora nel G7".

Il commento repentino di Vespa chiude definitivamente la lunga conversazione, senza possibilità di eventuali appelli. "Ma presidente, stiamo crescendo più di tutti gli altri Paesi del G7 e lei mi dice 'se ci arriveremo'? Dai, su!".

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