Dopo la meritata vittoria al Festival di Sanremo e l'ottima figura all'Eurovision Song Contest proprio non ce l'ha fatta a trattenersi e si è così voluto iscrivere al lunghissimo elenco di volti noti del mondo dello spettacolo che gridano battaglia al governo guidato da Giorgia Meloni. Così Marco Mengoni, in ottima compagnia con molti suoi colleghi, ha preso una posizione netta e ha sferzato l'esecutivo di centrodestra. Sulle politiche per il lavoro o sull'economia? Macché. Ovviamente sul tema dei diritti Lgbt.
Evidentemente è ormai una moda scagliarsi contro il governo di Giorgia Meloni, pungolandolo sul tema in questione e utilizzando toni allarmistici come se fossimo di fronte a un'emergenza nazionale. In realtà, al di là delle singole opinioni su questo fronte, va detto che nulla è stato smantellato per discriminare gli omosessuali. Che, anzi, nel nostro Paese continuano a godere giustamente dei diritti necessari. Eppure bersagliare l'esecutivo italiano è diventato uno sport sempre più praticato da cantanti, attori e vip vari.
Mengoni, intervistato dal Corriere della Sera, è stato incalzato sull'argomento dei diritti Lgbt e inevitabilmente è subito scattata l'offensiva che ha messo in evidenza l'irritazione nei confronti del governo Meloni: "In Italia vedo tante cose che non sto capendo perché, nel 2023, mi sembrano anacronistiche". Ha precisato di non voler andare contro ma di voler capire cosa accade, per poi affermare un principio ritenuto sacrosanto: "Credo che l'inclusività e le minoranze siano parte integrante della società".
Una tesi che ovviamente non è in discussione. Ma stupisce il solito copione con cui diversi personaggi famosi si dilettano nel recitare e portare avanti una narrazione con estrema convinzione: "Un po' mi fa paura. Ci sono azioni che vedo e pensieri che sento che mi fanno venire voglia di urlare le mie idee anche a costo di ricevere i commenti negativi. La posizione del governo attuale non mi piace".
Il cantante durante il suo ingresso all'Eurovision Song Contest aveva esibito anche la bandiera arcobaleno, una dedica che testimonia il supporto alla galassia Lgbt. Nel suo mirino ci sono anche Eugenia Roccella (ministro per la Famiglia) e Lorenzo Fontana (presidente della Camera, forse non sapendo che ha funzioni e ruoli differenti rispetto a quelli dell'esecutivo). "Vorrei capire perché ci sia questo approccio", ha affermato. Tra l'altro ha denunciato quello che a suo giudizio è assolutismo, "come se tutte queste persone non vivessero in strada o non andassero al supermercato a parlare con la gente".
Mengoni però si è fatto forza annotando di non essere solo, "visto che lo ha detto anche un capo di governo oltreoceano".
Il riferimento per caso è a Justin Trudeau? Nei giorni scorsi il primo ministro canadese ha avuto un faccia a faccia di fuoco con Giorgia Meloni, dicendosi preoccupato per alcune delle posizioni che l'Italia sta assumendo in termini di diritti Lgbt. Tutto ciò non è altro che la solita litania di chi ha una percezione errata (e un atteggiamento pregiudiziale) verso il governo di centrodestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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