Milano Pride, gli ebrei Lgbt rinunciano a sfilare

Keshet Italia – Gruppo Ebraico lgbtqai+ ha annunciato che non sarà presente al Milano Pride di sabato. Rende nota la propria assenza anche il senatore renziano Ivan Scalfarotto

Milano Pride, gli ebrei Lgbt rinunciano a sfilare
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Nuove polemiche in vista del Milano Pride di sabato. Keshet Italia – Gruppo Ebraico lgbtqai+ ha annunciato che, proprio come già accaduto in occasione della parata del 15 giugno a Roma, non sarà presente all'evento con le proprie bandiere.

"Non partecipare è stata una decisione sofferta, ma necessaria", ha spiegato a Pagine Ebraiche il presidente di Keshet, Raffaele Sabbadini. "L’atmosfera per noi all’interno del movimento è diventata invivibile e volevamo dare un segnale chiaro: serve un cambiamento. Viste le molte reazioni e l’attenzione mediatica, siamo convinti di aver fatto la scelta giusta". Sabbadini sottolinea poi che "dopo il 7 ottobre il clima di ostilità contro Israele e il mondo ebraico ha coinvolto anche la galassia Lgbt". Il riferimento è all'odio crescente intorno alla comunità ebraica e l'uso di parole come genocidio, come ha fatto il presidente di Cig Arcigay Milano Alice Redaelli in una intervista di pochi giorni fa, usando la parola "genocidio" a proposito del conflitto medio-orientale in atto. "Questo è fare razzismo. Noi ci siamo sentiti esclusi. Perchè dall'anno scorso a quest'anno non possiamo essere tranquilli a girare nel Pride e a rivendicare le nostre identità come fanno altri?" si è chiesto Sabbadini, contestando l'uso del termine "genocidio".

Ma non solo. Antonio dei Fridays For Future Milano, a margine dell'assemblea interna organizzata dal movimento per la giustizia climatica, ha esplicitamente detto: "Il tema principale e più vicino dei due a cui stiamo lavorando è quello del Pride, che si terrà sabato. Noi parteciperemo come realtà ambientalista e decoloniale, insieme ai gruppi che lottano per la liberazione della Palestina, per l'antirazzismo e per i diritti ai migranti". E ha spiegato che il vero spirito del Pride"è di liberazione collettiva", una liberazione che "non può essere scissa dal tema ambientale, dai diritti per i migranti e dal tema palestinese". L'ostilità verso la comunità ebraica è stata resa evidente e chiara anche dagli organizzatori del Pride di Bergamo che, nelle scorse settimane, hanno scritto di non volere"bandiere israeliane o inneggianti alla simbologia connessa allo Stato di Israele".

"Una vera e propria discriminazione", ha detto Sabbadini spiegando così come la comunità Lgbt ebraica abbia scelto di non partecipare a nessuna manifestazione del Pride in Italia. "Non si può far finta di nulla, ma il nostro obiettivo non è la rottura. Vogliamo aprire uno spazio di dialogo per superare questa situazione", ha aggiunto il presidente di Keshet concludendo: "È un danno per tutti se una parte del movimento si sente attaccata e in pericolo".

Immediatamente è arrivata la solidarietà del senatore renziano Ivan Scalfarotto, che ha annunciato:"Se non ci sono gli ebrei, io al Pride non ci vado. Se Keshet Italia andrà al Pride io andrò come sono andato il 25 aprile con la Brigata ebraica. Altrimenti non andrò".

Un'assenza importante per un esponente politico come Scalfarotto che da anni si batte per i diritti Lgbt e che ha chiarito: "Se in una manifestazione come il Pride la Comunità ebraica non si sente al sicuro non è al sicuro nessuno".

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