Convegno sulla maternità a Torino, l'odio di femministe e centri sociali: minacce di morte e violenza

Il convegno "Per una vera tutela della maternità" è stato bloccato d femministe e centri sociali di Torino. Marrone: "Sono i frutti avvelenati delle menzogne e delle strumentalizzazioni"

Convegno sulla maternità a Torino, l'odio di femministe e centri sociali: minacce di morte e violenza
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L'idea che i democratici moderni di sinistra hanno della democrazia è che questa sia giusta e valida solo per ciò che interessa, piace e conviene a loro. Tutto il resto dev'essere cancellato e non esistono limiti agli strumenti di contestazione, che possono sfociare anche nella violenza se ritengono che la causa sia giusta. L'ultimo esempio in tal senso arriva da Torino, dove questa mattina è stato organizzato il convegno "Per una vera tutela della maternità", che vede la presenza di esponenti della scienza, della cultura e della politica regionale. L'evento è stato organizzato da FederVita Piemonte e tra i relatori presenti alla giornata c'è anche Maurizio Marrone, assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte.

Tuttavia, questa mattina alle 8, una cinquantina persone si sono presentate davanti al teatro San Giuseppe di Torino, con l'intento di bloccare il convegno, regolarmente autorizzato e che prevede una discussione scientifica, sociale ed etica sul tema. A guidare il gruppetto di manifestanti, le attiviste di Non una di meno, che lamentano, tra le altre cose, il fatto che ci siano quasi solo uomini a discutere del fatto. Nel mucchio, anche i centri sociali cittadini, in particolare Askatasuna. Totalmente provi di qualunque fondamento democratico i manifestanti hanno dichiarato: "Non accettiamo che questo evento si realizzi nella nostra città. Lo scopo di questo incontro è esaltare la politica della Regione Piemonte che si vanta di iniziative come la Stanza dell’Ascolto e i 2,5 milioni di euro dati al Fondo Vita Nascente tra associazioni che garantiscono la vita fin dal concepimento e altre che contestano la legge 194. Non possiamo permetterlo".

Lo stop di una riunione è un'azione incostituzionale, in quanto la nostra Carta tutela il diritto di espressione di chiunque e non possono essere gruppetti organizzati a impedirlo. L'inizio era stato fissato per le 9 ma fino a poco prima di mezzogiorno non è stato possibile iniziare e, probabilmente, gli organizzatori saranno costretti a rinviare l'incontro. "Prima i cartelli con i “pro vita appesi”, poi le irruzioni in ospedale, ora le minacce sui muri e l’assalto ad una scuola paritaria per impedire un convegno: questi sono i frutti avvelenati delle menzogne e delle strumentalizzazioni, lanciate purtroppo anche da chi siede nei banchi delle istituzioni, contro misure che sono semplicemente di tutela sociale della maternità e di aiuto a madri in difficoltà", ha dichiarato l'assessore Marrone, chiedendo una secca presa di posizione da parte dei partiti di opposizione.

"Pd, M5s, Avs condannano almeno le minacce di morte e la violenza privata viste oggi? O vogliono rendersi responsabili di questa spirale di odio?", chiede l'assessore regionale, ben consapevole di quella che sarà la risposta. O meglio, la non risposta. "La campagna d’odio che è stata scatenata dalle sinistre contro misure che sono di semplice tutela sociale della maternità e di aiuto a madri in difficoltà è vergognosa. Si sta sollevando un clima violento che rischia prima o poi di sfuggire di mano", è il commento di Augusta Montaruli, onorevole della Repubblica in forza a Fratelli d'Italia. "Le minacce di morte sono un’avvisaglia preoccupante davanti alla quale mi auguro che tutti i partiti possano prendere una posizione chiara e forte", ha concluso l'onorevole. Questa è solo l'ennesima iniziativa antidemocratica che passerà sotto silenzio nel nostro Paese.

"A Torino è andata in scena questa mattina l’ennesima manifestazione contro le donne e contro la loro libertà di scelta. Da tempo penso che la sinistra, oggi, nonostante i proclami, non voglia affatto difendere la legge 194, ma voglia cambiarla. Poiché però non ha il coraggio di dirlo apertamente, a uscire allo scoperto sono i centri sociali e i gruppi delle antagoniste, che mi rifiuto di chiamare femministe", ha dichiarato il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella. Quindi, il ministro ha aggiunto: "Per chi a Torino protesta, solo le donne benestanti possono avere un figlio. L’assessore Marrone si è occupato di dare alle donne in difficoltà socio-economiche che non vorrebbero abortire quelle risposte che da parte pubblica fin qui erano mancate.

A dimostrazione che noi siamo per la maternità come libera scelta, difendiamo la legge 194 e dunque la applichiamo pienamente, perché non vogliamo che solo chi ha disponibilità economiche abbia la libertà di avere un figlio".

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