L'Istituto superiore di Sanità ha già allertato i centri sentinella anti Covid, spronandoli a implementare i laboratori per analizzare i tamponi dei positivi e garantire un sequenziamento del virus in tempo reale. Tra questi anche il Bambino Gesù di Roma dove il virologo Carlo Federico Perno è direttore di microbiologia. L'Italia si prepara a respingere la minaccia cinese ma la circolare del ministero sembra un tantino timida.
Cosa ne pensa?
«Per ora è una circolare adeguata. È giusto prendere le decisioni man mano che le cose accadono. Siamo nel momento in cui va mantenuto alto il livello dell'attenzione e non quello dell'intervento».
Non ancora?
«Non ancora. Però stavolta non possiamo sottovalutare nulla, quindi ricordiamoci di tenere il motore della macchina acceso e l'ingranaggio ben oliato. Nel momento in cui ci sarà un pericolo reale, dovremo avere la forza di decidere molto velocemente e senza tentennamenti».
Per ora possono bastare sequenziamenti e tamponi in aeroporto?
«I sequenziamenti sono fondamentali per poter individuare nuove varianti. Al momento tuttavia, anche se si utilizzano nomi terrorizzanti e bizzarri come la variante Griphon, sembra che il virus cinese sia simile alle varianti che già circolano in Italia. La sub variante c'è già anche se non è maggioritaria. Per quanto riguarda i tamponi in aeroporto, vanno benissimo. Il governo ha preso una decisione intelligente che dovrebbe essere estesa a tutta Europa e ai passeggeri che partono dalla Cina e fanno scalo. Con queste accortezze e un lavoro coordinato a livello europeo magari evitiamo di arrivare, un domani, a dover bloccare ancora il traffico aereo».
Sembra di essere tornati al gennaio 2020.
«All'epoca eravamo del tutto scoperti. Oggi abbiamo cure antivirali e vaccini. Chi si è già ammalato con Omicron è immunizzato. Quindi gli unici che rischiano sono i non vaccinati e quelli che non si sono mai infettati. Il vaccino ci ha resi liberi e l'esempio della Cina ce lo conferma. Laggiù molti non sono vaccinati e quelli che pensano di esserlo in realtà non sono protetti da un prodotto efficace come quello su cui possiamo contare noi. Qui, se non vogliamo avere paura per i prossimi mesi, implementiamo la campagna vaccinale».
Torneremo alla mascherina?
«Dobbiamo stare sereni ma consideriamo che la mascherina è fondamentale per i fragili. Non solo contro il Covid ma anche contro tutti gli altri virus che hanno effetti sinergici e ci possono attaccare contemporaneamente».
Il Governo non vuole usare toni allarmistici. Ma l'allarme c'è o no?
«Politicamente, se riteniamo che stiamo tornando verso la pandemia dura, è chiaro che serviranno azioni più impegnative. Se invece pensiamo che il virus sia pericoloso solo per i fragili e per i non vaccinati, allora anche quella di adesso è una circolare ragionevole.
Scientificamente, abbiamo i vaccini e quelli sono la via per proteggerci, questo è evidente». Se mai i dati dovessero peggiorare, il rischio sarà intasare gli ospedali. Ma è anche difficile curarsi a casa e in farmacia non si trovano facilmente ibuprofene e anti infiammatori.
«Siamo in una fase in cui gli anti infiammatori forniti sono inferiori rispetto a quelli richiesti. Ma consideriamo che, oltre all'ibuprofene, al farmacista possiamo chiedere anche un farmaco generico equivalente. E anche l'aspirina ha effetto contro l'infiammazione.
Anzi, se proprio vogliamo vedere, ha anche effetto anti trombotico, quindi è perfetta per le forme lievi di Covid. Essendo vaccinati, avremo meno casi gravi che impatteranno sulle strutture ospedaliere, non credo vivremo scenari come quelli già visti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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