Landini soffia sul fuoco: "Pronti al conflitto contro il governo"

Il segretario generale della Cgil torna ad attaccare l'esecutivo: "Preparare una mobilitazione che si allarghi dal Sud al Nord. Se necessario, aprire anche un conflitto"

 Landini soffia sul fuoco: "Pronti al conflitto contro il governo"

Il governo di centrodestra attualmente in carica continua a non essere digerito da Maurizio Landini, che non ha perso l'occasione per tornare alla carica e attaccare di nuovo l'esecutivo. Il segretario generale della Confederazione generale italiana del lavoro - nel corso del suo intervento via video al congresso nazionale della Filt Cgil ad Aci Castello, nel Catanese - si è scagliato contro il governo e ha parlato anche di una possibile mobilitazione senza escludere l'ipotesi dell'apertura di un conflitto.

Landini ha sostenuto che dal lunedì della settimana successiva al congresso sarebbe necessario iniziare a dare vita e ad applicare le decisioni dell'assemblea organizzativa, "a preparare le condizioni per una mobilitazione che si allarghi nel nostro Paese dal Sud al Nord fino a essere in grado di avere una visibilità e indicare degli elementi di cambiamento".

Il discorso del segretario generale della Cgil per sferzare l'esecutivo non si è limitato solamente a questo appello, ma è andato oltre e ha indicato una rotta ben precisa da seguire: "Dobbiamo dare un messaggio di chi vuol lavorare in un'altra direzione e che vuole da questo punto di vista anche aprire, se necessario, un conflitto col governo e con le imprese". A suo giudizio occorre non solo investire sulla democrazia che sta attraversando un momento di crisi, ma anche "unire tutto ciò che stanno dividendo".

In sostanza Landini ha elencato una serie di azioni da mettere in pratica per muoversi nella direzione totalmente opposta a quella che il governo ha imboccato. E non potevano mancare le solite accuse all'indirizzo del centrodestra: "Dobbiamo impedire quello che il governo vuol fare, di contrapporre il lavoro autonomo, le partite iva al lavoro dipendente". Forse, impegnato nella classica narrazione, gli è sfuggito che tutelare i lavoratori autonomi non significa automaticamente schierarsi contro i dipendenti.

Il segretario generale della Cgil ha imputato all'esecutivo la colpa di puntare ad avere la maggioranza in Parlamento piuttosto che a unire il Paese. E ha messo nel mirino anche la linea del voler lasciare fare chi vuol fare promossa dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "È un messaggio che non sta in piedi". A tal proposito ha citato ad esempio la sicurezza sul posto di lavoro, che però non è stata indicata dal primo ministro come fattore di secondo piano e su cui si può anche sorvolare in ordine di importanza.

C'è dell'altro: ora si pretende che il governo si faccia dettare l'agenda dei sindacati. Landini ha giudicato "non accettabile" l'atteggiamento adottato dall'esecutivo: "Se anziché aprire le trattative e il confronto ci dicono che ci ascoltano e poi pensano che avendo la maggioranza in Parlamento possono decidere quello che vogliono a prescindere dal consenso sociale...".

È convinto che la logica di chi governa sia quella di far prevalere la politica sulla mediazione e sulla rappresentanza sociale. Ma il centrodestra, promosso dagli italiani il 25 settembre 2022, deve rispettare il programma e il mandato elettorale.

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