Montaruli e il sessismo (che piace) contro le donne di destra

L'accusa per colpire la parlamentare e darle della poco di buono. E il silenzio assordante di media e politici di sinistra

Montaruli e il sessismo (che piace) contro le donne di destra
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La calunnia è come un venticello, come insegna don Basilio ne Il barbiere di Siviglia. Va dove vuole, senza incontrare barriere. Si muove leggera, sospinta ovunque e da chiunque. Esiste solo quando è in movimento. E non può fare altrimenti. Pena lo sparire. Lo scoppiare come una bolla di sapone. Tutto questo valeva per la piazza di quella città spagnola senza tempo e pure per quella di oggi, dove ci si incontra solamente in rete e dove la calunnia, spessa portata avanti da chi volto non ha, è ancora più leggera e può muoversi più velocemente su Internet. Capita così che una parlamentare di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli, si veda accusata di aver speso i quattrini della Regione per comprarsi dei sex toys. E non è la prima volta che le viene mossa questa accusa. I calunniatori, infatti, si rifanno a una vecchia inchiesta giudiziaria chiamata "Rimborsopoli" che, oltre a una condanna (secondo la parlamentare ingiusta), ha costretto la Montaruli a dimettersi da sottosegretario (e questa sarebbe una notizia, visto l'attaccamento che i politici hanno per le poltrone).

Passa il tempo. La calunnia serpeggia. Prima è solo un sassolino e poi diventa valanga. Bisogna colpire il nemico, soprattutto se è di destra e se è una (bella) donna. Perché il femmismo vale solo per una parte. Quella di sinistra. E pure la libertà sessuale. È infatti su quest'ultimo punto che assistiamo al paradosso. Si punta il dito contro una parlamentare dicendo che ha usato i quattrini pubblici per comprarsi un vibratore (cosa che non ha fatto lei ma un consigliere regionale del Pd e in ogni caso chissenefrega) per creare scandalo. Per darle, neanche troppo implicitamente, della poco di buono. Della sgualdrina. E l'attacco arriva da chi fa della libertà sessuale, da insegnare anche ai più piccoli, la propria bandiera. Adesso la parlamentare ha detto basta. Inzierà con le querele. Che va bene, per carità.

Il problema però è che digitando "Montaruli" su Google e cercando tra le homepage dei più importanti quotidiani italiani non ci sia traccia di questa notizia. Perché le donne vanno difese solo quando fa comodo. E farlo con quelle di destra non lo è mai.

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