L a Camera potrebbe essere chiamata ad esprimersi sulla richiesta di custodia cautelare nei confronti di Giancarlo Galan entro l'estate. Non prima di avere esaminato i 18 faldoni su tangenti e Mose, che la magistratura ha inviato a Montecitorio, ha spiegato il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere Ignazio La Russa.
Tempi che l'ex governatore del Veneto impiegherà studiando le carte dei giudici e preparando la sua difesa nelle aule della giustizia e in Parlamento. Il tutto senza rinunciare a ribattere colpo su colpo alle accuse. «Ci metterò quindici anni, ma quelli che mi accusano me li vado a prendere casa per casa», avrebbe detto Galan secondo una ricostruzione del quotidiano La Stampa.
Di sicuro, l'ex governatore andrà in procura a Venezia la prossima settimana per fare una dichiarazione spontanea ai magistrati che stanno indagando sulle tangenti per il Mose. Tra le carte che starebbe preparando, sempre secondo il quotidiano torinese, ci sono gli estratti conto dal 1987 al 2014 e documenti sulle sue proprietà.
Gli avvocati dell'esponente di Forza Italia Antonio Franchini e Niccolò Ghedini hanno ricevuto martedì tutti gli atti dell'indagine: si tratta di una mole di 18 faldoni per un totale di 160mila pagine (riunite in un cd). E gli stessi documenti sono arrivati alla Camera per la richiesta di autorizzazione agli arresti. Galan ha quindi chiesto di essere sentito dalla giunta per le autorizzazioni e ha preannunciato l'intenzione di ribattere alle accuse nel merito. Giovedì scorso, la Giunta aveva comunicato a Galan che l'organismo di Montecitorio si sarebbe riunito con all'ordine del giorno proprio la richiesta di custodia cautelare nei confronti di Galan, avanzata dai magistrati. Martedì Galan ha risposto preannunciando un suo intervento in Giunta.
L'audizione arriverà entro 15 giorni. Non prima, anche per dare tempo alla difesa dell'esponente azzurro di leggere le carte. «Con tutta la buona volontà, ci vuole un po' di tempo. Sulla stampa escono alcuni stralci, ma noi dobbiamo leggerci tutti gli atti, quindi prima della prossima settimana non sarà possibile fissare l'incontro», ha spiegato l'avocato Ghedini.
Il 4 luglio o al massimo la settimana successiva l'organismo presieduto da Ignazio La Russa terminerà l'iter procedurale e, poi spetterà poi all'Aula l'ultima parola. «Abbiamo rinviato tra 7 giorni l'esame degli atti», ha spiegato lo stesso La Russa al termine della riunione della Giunta e «fra 15 giorni al massimo ascolteremo Galan, che ieri ci ha chiesto di poter parlare e di depositare delle memorie», a meno che non sia lo stesso deputato di Forza Italia a chiedere di essere audito prima.
Sempre sul fronte parlamentare, a finire sul banco degli imputati potrebbe essere tutta l'opera Mose. A chiederlo sono stati ieri i deputati di Sinistra ecologia e libertà. «La nostra proposta - ha spiegato Giulio Marcon, primo firmatario della proposta - fa seguito al documento sottoscritto dalla maggioranza dei consiglieri comunali di Venezia. Sel ha sempre votato contro gli stanziamenti al Mose inseriti in provvedimenti proposti dal governo (tra cui la legge di stabilità) e discussi in Parlamento e nei mesi scorsi abbiamo presentato un'interrogazione al governo seguita da un'ispezione sul campo con alcuni tecnici ai cantieri del Lido, al fine di accendere i riflettori su quello che già da molti anni definivamo un vero e proprio sistema».
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