La Consob avrebbe potuto verificare facilmente i reati commessi nell’area finanza del Monte dei Paschi di Siena e denunciati in un esposto anonimo inviato alla Consob nell’agosto del 2011. "Non è difficile ricostruire i fatti", scrive la "talpa" del banco senese nella denuncia, inviata alla redazione di Report nel dicembre successivo e di cui Milena Gabanelli ripercorre alcuni punti sul Corriere della Sera di oggi (leggi l'articolo). L’invito è alla Consob affinchè la commissione interroghi il personale: "Il rischio di una denuncia penale porterà a una assoluta collaborazione". Nel frattempo si apre un nuovo filone di indagine che porta dritto a San Marino: gli inquirenti hanno infatti ricevuto dai colleghi di Forlì lo stralcio di un'indagine che nel 2009 portò in manette i vertici della Cassa di Risparmio di San Marino coinvolgendo anche la filiale Mps di Forlì.
Nella City i commenti e le battutine su Mps si sprecavano. "Con il trade Nomura, soprannominata la madre di tutte le truffe, Mps aveva battuto ogni record a Londra di 'regalo alla Street'", spiega il dipendente di Mps avvertendo la commissione che nel 2010 l’operazione perdeva oltre di 500 milioni di euro. Gli "sciagurati investimenti" realizzati da Gianluca Baldassarri, responsabile dell’area finanza di Mps, crearono alla fine del 2008 una "voragine nei conti" del banco senese: "I ben informati dicono circa 800 milioni di perdite in parte nascoste nel bilancio della banca". Nell’esposto anonimo alla Consob viene, quindi, sottolineato che nessuno nel Monte (neppure Baldassarri) "era in grado di valutare" le complesse operazioni finanziarie messe in piedi con controparti estere: "Spesso nemmeno i sistemi della banca erano in grado di gestirle correttamente e di evidenziarne i rischi finanziari". Da un lato c’era "scarsa preparazione" degli uomini di Baldassarri dall’altro l’interesse solo per plusvalenze e favori.
Non soddisfatto dei guadagni su conti off shore, Baldassarri, continuava a "tradare" (scambiare titoli) liberamente con gli amici, spesso anche durante le sue lunghe vacanze a Miami. "Nel completo disprezzo delle buone norme di condotta aziendali - si legge nel documento - acquista e vende titoli direttamente dalla spiaggia". I complici di Baldassarri eseguivano le operazioni di trading impartite dal capo ma, "temendo la responsabilità penale delle loro azioni in quanto i prezzi dei titoli sono spesso fuori mercato", scrivevano nel commento all’operazione "trade Baldassarri", sinonimo di lasciapassare all’interno della banca dal momento che nessuno avrebbe mai controllato o si sarebbe permeso di "contestare qualcosa fatta da Baldassarri", senza nemmeno controllare che in certi giorni lo stesso Baldassarri risultava in ferie. Il sistema creato dall’ex responsabile dell’area finanza di Mps prevedeva che per vendere prodotti al Monte bisognasse passare attraverso intermediari "amici" che offrivano "consulenze fittizie" il cui ricavato veniva spartito con i dipendenti infedeli di Mps. Ci sono i "tanti" broker, amici di Baldassarri, come "la Gdp di Milano e Lugano, alcune 'scatole' di diritto inglesi da cui è indispensabile passare, pagando cospicue parcelle per inutili e fittizie consulenze, se si vuole vendere al Paschi dei fondi" e la "Enigma Securities (di Londra e Milano), il cui proprietario, Maurizio Fabris, è più presente sui circuiti automobilistici che nelle sale operative", è scritto nell’esposto.
"Come faccia una minuscola società come la Enigma ad essere la principale controparte del desk corporate Bond di Mps è un mistero - si legge ancora nell'esposto - lo è ancora di più capire come mai tutti i dipendenti di Mps ogni volta che tradano con lei stranamente le applicano condizioni migliori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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