Napoli, gli errori e il caos. E domenica si teme il bis

Il prefetto: "Evitati contatti tra le tifoserie". Daspo per otto.

Napoli, gli errori e il caos. E domenica si teme il bis

Un day after per riprendersi dalla violenza nel segno degli ultras che ha segnato, a Napoli, il prima e il dopo della sfida di Champions tra gli azzurri e l'Eintracht di Francoforte. E l'occasione per fare il punto su quanto è accaduto, e sul modo in cui l'emergenza è stata gestita, l'ha data la riunione straordinaria del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. La città messa a ferro e fuoco, le volanti in fiamme, i sei agenti feriti, gli arresti dei tifosi, sono tutti elementi di un bilancio che, nonostante questo, il questore e il prefetto di Napoli, Alessandro Giuliano e Claudio Palomba, non considerano del tutto negativo. Anzi, pur considerando la presenza delle centinaia di ultras tedeschi segnalati come ad alto rischio e arrivati a Napoli senza biglietto, il prefetto ricorda come «si è evitato, grazie alle forze dell'ordine, qualsiasi momento di contatto tra le due tifoserie». Che, grazie a polizia, carabinieri e gdf, per i due giorni di alta tensione non sono mai arrivati a scontrarsi. Il prefetto ha anche ricordato che, al di là della querelle al Tar, già dal 14 febbraio era stata stoppata la vendita di biglietti. Ma il sorteggio aveva accoppiato Napoli ed Eintracht già a inizio novembre, e la vendita dei pacchetti ai tifosi tedeschi era iniziata già quattro mesi fa. Ecco spiegato l'arrivo dei tifosi da Francoforte, considerati a «elevato rischio» dalla stessa polizia tedesca. Quanto alla scelta di «consentire» il corteo agli ultras, che poi è degenerato negli scontri a piazza del Gesù, è ancora Palomba a spiegare come «seguirli e accompagnarli» abbia permesso «un maggiore controllo da parte delle forze dell'ordine», rispetto al rischio di lasciarli andare alla spicciolata per poi ritrovarseli radunati a sorpresa chissà dove. Ma soprattutto, visto il clima, la prefettura e lo stesso questore rivendicano come successo principale l'aver evitato, dall'arrivo a Napoli alla partenza dei tifosi tedeschi, qualsiasi contatto diretto tra questi ultimi e gli ultrà del Napoli. Sarebbe stato un disastro. Come ricostruisce il questore, le forze dell'ordine hanno fatto da cuscinetto tra i 350 tifosi tedeschi radunati in piazza del Gesù e i circa 200 tifosi partenopei, «molti armati di bastoni, bottiglie, cinture e altri oggetti contundenti», che solo la presenza della polizia ha fermato mentre tentavano di arrivare nella stessa piazza. Gli ultrà napoletani se la sono presa allora con le forze dell'ordine, bersagliate da petardi e fumogeni, e l'attacco ha scatenato una reazione dei tedeschi che, a loro volta, hanno finito per prendere di mira mezzi e agenti delle forze di polizia. I feriti, infatti, si contano solo tra gli agenti. Che senza dubbio hanno fatto e bene il proprio lavoro. Certo, sarebbe stato meglio evitare del tutto gli arrivi da Francoforte, considerato lo stop ai biglietti per i tifosi dell'Eintracht, anche perché già il primo marzo le autorità italiane e quelle tedesche si erano incontrate, insieme all'Uefa e ai due club, per valutare il da farsi, e vista l'evoluzione degli eventi, ha ben ragione Palomba a definire la cooperazione internazionale tra forze di polizia «migliorabile». Intanto sono scattati i Daspo, tra i cinque e gli otto anni, per gli 8 tifosi arrestati cinque napoletani, tre tedeschi e altri Daspo scatteranno per le denunce spiccate allo stadio prima e durante il match, mentre è in corso anche l'identificazione di tutti gli ultras tedeschi: si valutano denunce per il corteo organizzato senza preavviso. Brividi anche sul finale: la polizia è riuscita a evitare che a Fiumicino gli ultras teutonici entrassero in contatto con i tifosi di Lazio e Roma, diretti rispettivamente in Olanda e Spagna per i match contro AZ Alkmaar e Real Sociedad. E mentre la coda violenta alla sfida di Champions va in archivio con le scuse del club tedesco che condanna una «violenza senza giustificazioni», il Viminale riaccende l'allarme per il ritorno in trasferta (dopo lo stop di due mesi seguito agli scontri in autostrada con i romanisti, l'otto gennaio scorso) proprio dei tifosi partenopei, attesi domenica a Torino.

Infine, arriva la ricetta del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, presente anche lui al Comitato, che per contrastare la violenza nel calcio invita Giorgia Meloni a imitare la Thatcher e la guerra agli hooligans della premier inglese.

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