L'Europa dei burocrati e dei poteri forti celebra Giorgio Napolitano. Il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz alterna lodi sperticate all'impegno di Re Giorgio a tenere l'Italia e l'Ue unite a feroci attacchi a partiti e movimenti, bollati come "populisti", che osano criticarlo. È un elogio a senso unico che il capo dello Stato raccoglie a piene mani difendendo l'unione monetaria e rigettando sia "l’irresponsabilità demagogica" sia "il ripiegamento su situazioni di deficit e di debiti eccessivi". Una presa di posizione che scatena una dura contestazione degli eurodeputati leghisti: "L'euro uccide".
"Sono assolutamente marginali e modeste - si limita a chiosare Napolitano - sono le tradizionali proteste della Lega". Non intende prestare nemmeno una briciola del suo tempo agli euroscettici che, infuriati dopo anni di politiche regressive, vogliono che sia messa la parola "fine" all'Europa dei poteri forti. Tant'è che è contro i "populisti" che si scagliano prima Schulz, poi Napolitano. "La costruzione europea - spiega il capo dello Stato - ha ormai fondamenta talmente profonde che si è creata una compenetrazione tra le nostre società, le nostre istituzioni, i nostri cittadini e i giovani dei nostri Paesi, e nulla, nulla, può farci tornare indietro". Secondo Napolitano, i cittadini non devono scegliere tra "un’agitazione puramente distruttiva contro l’euro e contro l’Ue" o tra un’Europa che pure "ha mostrato gravi carenze e storture nel suo cammino". Il discorso al parlmento di Strasburgo è una tirata di mezz'ora contro chi ha "assunto atteggiamenti liquidatori" nei confronti dell'Unione europea. Così, in vista delle elezioni di maggio, lancia un appello ad attrezzarsi contro un "possibile ritorno di nazionalismi aggressivi". "Al posto suo starei più attento a dire che le proteste sono marginali", commenta su Facebook il segretario della Lega Matteo Salvini. Che gli lancia una sfida: "Provi a farsi un giro, senza scorta, fra giovani disoccupati, cassaintegrati, imprenditori e artigiani rovinati, per dir loro che l’euro è bello e non si tocca".
"Non ho alcuna simpatia per coloro che violentemente e volgarmente la critica con l’unico obiettivo di aumentare la loro visibilità e di gettare il paese nel caos". Per ben due volte Schulz sottolinea con forza le proprie simpatie per Napolitano. Simpatie che non ammettono posizioni divergenti. Eppure il sentimento anti-Europa e, in particolar modo, anti-euro è vivo. La contestazione, breve e pacifica, del Carroccio è solo una parentesi nel lungo discorso del presidente della Repubblica a Strasburgo. Eppure la dice lunga sul malessere strisciante nei confronti dei tecnocrati di Bruxelles. Tanto da mettere le elezioni, che si terranno a fine maggio, al centro del dibattito politico. Il consenso delle formazioni euroscettiche cresce di settimana in settimana. I sondaggisti concordano nel pronosticare una quota consistente dei 751 seggi in palio. C'è addirittura chi parla di un 25-30%. Uno spicchio più che consistente da cambiare il volto al prossimo Europarlamento, proprio quando sarà chiamato a eleggere il presidente della Commissione. Lo scorso aprile Marine Le Pen e l'olandese Geert Wilders hanno unito la destra sotto il vessillo dell'Alleanza europea per la libertà. "L’embrione di un gruppo parlamentare è già costituito", aveva annunciato Le Pen.
A gennaio la leader del Front National ha incontrato Salvini e, insieme, hanno buttato giù un accordo di massima. L'obiettivo è "fare fronte comune contro l’euro, che è uno strumento criminale, contro l’invasione islamica e contro un’immigrazione incontrollata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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