In attesa dell'incontro con Enrico Letta, Giorgio Napolitano, durante la comemmorazione di Lugi Spaventa alla Bocconi di Milano, manda messaggi al mondo della politica. E tenta di blindare un esecutivop che sembra sempre più pericolante. "Le legislature con una fine anticipata sono "prassi molto italiana...", ha avvisato l'inquilino del Colle.
Oggi gli scontri politici, diversamente che in passato, producono "smarrimento di ogni nozione di confronto civile e di ogni costume di rispetto istituzionale e personale", ha detto il presidente. "Cosa è rimasto di quel modo di vivere la politica" dei tempi in cui operava Luigi Spaventa, si è chiesto il presidente della Repubblica. "Cosa è rimasto di quel modo di convivere in un’istituzione, e anche del modo in cui, di conseguenza, si vedeva dall’esterno il mondo della politica?".
"Luigi Spaventa tentò nel 1994 una missione quasi impossibile candidandosi alla Camera nello stesso collegio in cui correva Silvio Berlusconi - ha ricordato Napolitano -. E lo fece essendo mosso non dall’intento di tornare in Parlamento ma dal gusto della sfida, del confronto antidemagogico sui problemi dinanzi ai cittadini".
538em;">''Presidente, presidente, tutto bene? - gli chiedono alcuni studenti della Bocconi, e il Capo dello Stato risponde serafico -. Beh, non esageriamo''. Napolitano non ha aggiunto altro e ha lasciato Milano per far rientro a Roma dov'è in programma l'atteso incontro con il premier Enrico Letta.
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