- Renzi “il finito” che ci spiega che “il macrocosmo è finito” fa davvero ridere.
- Titolo del Corriere della Sera: “Ricchi, anzi ricchissimi: chi sono in Italia i signori da 200 miliardi di dollari”. Cosa notate di strano? Esatto: il maschile universale, sebbene tra i ricconi ci siano un sacco di signore. Le “transfemministe” vi punirebbero per questo.
- Il Corriere si indigna perché Tavares guadagnava 500 volte un impiegato Stellantis. In pratica ormai il Corsera, un tempo giornale della borghesia, è diventato peggio del Manifesto. Hasta la victoria siempre.
- Il problema di Tavares non sono i 100 milioni. Se li vale, se li merita. Il problema è che dal punto di vista dei numeri di produzione quei soldi non sono giustificati, avendo combinato un mezzo disastro. Diverso il discorso se si guarda con gli occhi di un azionista: ha distribuito miliardi di dividendi, dunque 100 milioni sono un “giusto” riconoscimento alla persona che era stata messa lì apposta per far fruttare il capitale.
- Impagnatiello invia una lettera alla Zanzara, chiede di nuovo scusa per aver ucciso Giulia Tramontano, le decida la missiva e anche “ogni istante della mia vita”, il che pare macabro e pure fuori luogo. Ma la parte migliore, si fa per dire, arriva quando attacca i media accusati di aver trasformato il processo in uno show. “Avete mai pensato a mio figlio di 9 anni che porta sulle sue fragili spalle il cognome del mostro dei vostri titoli?”, si chiede. Ehm, amico mio: se il piccolo dovrà subire il peso del cognome del mostro, la colpa stavolta non è dei giornali ma tua. A certe cose bisogna pensarci prima di ammazzare una persona.
- Secondo Daniele Manca, del Corsera, il problema dei 100 milioni di euro a Tavares stanno nel fatto che, mentre il mondo è andato avanti, il settore automotive avrebbe voluto continuare a fare tutto come sempre. L’Europa 10 anni fa avrebbe avvertito che le vetture andavano ripensate (vista la crisi ambientale e la rivoluzione tecnologica in atto) e che la Cina stava investendo sui motori elettrici e sulle batterie, ma le nostre aziende sarebbero rimaste ancorate al passato. Tutto quasi vero, per carità. Ma con un dettaglio che Manca dimentica di citare, anzi due. Primo: la Cina investe sui motori elettrici sì, ma se ne infischia di quanto s’inquini per produrli e soprattutto per generare l’energia elettrica necessaria a muoverli. Secondo: non è vero che l’Ue ha “avvertito” le aziende nel 2016. Ha invece imposto al mercato una transizione rapidissima (20 anni sono pochi, se non hai la tecnologia e le infrastrutture) prima ancora che i consumatori si abituassero al nuovo mezzo. Quando Steve Jobs ha inventato i suoi computer e poi l’iPhone si è imposto non perché regolamentato dall’Europa, ma perché era un prodotto geniale, utile, capace di fare un sacco di cose, tra cui le fotografie, per cui gli acquirenti hanno fatto a gara per comprarne uno. Ci ha pensato il mercato a fare la rivoluzione, non i politici. Nel caso delle auto, invece, è la politica a credere - a torto o a ragione - che le auto elettriche saranno il futuro ma al momento il mercato non lo pensa affatto. Il grosso problema non sta nelle case automobilistiche restie a investire sull’elettrico, ma nei concessionari che non riescono a venderle. Un po’ perché costano troppo, e su questo si potrebbe lavorare; ma soprattutto perché mancano le infrastrutture e perché resta quel grande punto di domanda sui tempi di ricarica. Se mi si scarica e ho bisogno di partire, che faccio? Un prodotto innovativo, bello, conveniente ed unico non ha bisogno di dead line per imporsi. E l’auto elettrica, al momento, non è minimamente paragonabile all’iPhone.
- In Romania la Corte Costituzionale ha annullato il voto per l’elezione del presidente perché pare ci siano state delle ingerenze russe sul voto. Quali? Non è chiaro. Ma la cosa assurda è che i giudici hanno annullato solo il voto presidenziale (dove aveva vinto il filo-russo Calin Georgescu) ma non quelle parlamentari (dove invece a primeggiare erano stati i socialdemocratici pro-Ue). Ora, mi spiegate come è possibile che la Russia abbia influito sul voto presidenziale e non si quello parlamentare? Siamo all'ingerenza selettiva?
- Ma poi scusa: annulli le elezioni per “possibili” ingerenze russe, prima di averle dimostrate? E se poi si dimostrano una bufala?
- Un attivista anti-sfratti e no-global, un moderno Ilario Salis per capirci, ha “cacciato di casa” i suo inquilino che è morto di stenti dormendo in garage. La storia arriva da Treviso ed è ovviamente tragica. Ma anche piena di contraddizioni. Marco Magrin, 53 anni, prima di trovare rifugio in un box abitava da anni in un appartamento di proprietà di un attivista di un centro sociale, nonché membro in un’associazione che si batte per il diritto per la casa. Solo che mentre lui faceva blitz in consiglio comunale al grido “basta sfratti, basta persone in strada”, il suo ex inquilino prendeva freddo in un garage. Fino a morirci. La versione dell’attivista di sinistra è questa, fate attenzione perché è molto importante: “Ho ereditato quell’appartamento, dopo la morte di mia zia - ha spiegato - Era già occupato a titolo gratuito da Magrin e da altri soggetti saltuari. In questi anni, in assenza di un canone di affitto, mi sono trovato a sostenere per quell’immobile costi che per me non erano più sostenibili”. Si parla di quasi quattro mila euro di spese condominiali, più le utenze. E così sono partite le lettere dell’avvocato e alla fine il povero Magrin ha riconsegnato le chiavi mentre il proprietario cambiava serratura. C’è qualcosa di strano? No, ovviamente. Se un inquilino non paga, il proprietario ha tutto il diritto di mandarlo via. Almeno secondo noi. A stridere è il fatto che il no global un giorno gridi “stop agli sfratti” e quello dopo magheggi per rientrare in possesso del suo immobile. E c’è poco da giustificare il tutto con le “spese insostenibili”, perché è proprio questo il punto di ogni sfratto: chi dà una casa in affitto, se non incassa ci rimette e vuole tornare in possesso dell'appartamento. Facile. Lo stesso dicasi per Comuni e Regioni quando immobili pubblici vengono sottratti alla collettività, che si fa carico delle varie spese.
L’attivista no global adesso ha provato sulla sua pelle cosa prova chi si ritrova costretto a sostenere le spese di un immobile di cui qualcun altro gode “a gratis”. Provi a spiegarlo ai suoi amici del centro sociale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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