Da qualche tempo la Ong Sea Watch ha cambiato atteggiamento e da quelli che erano attacchi sporadici all'Italia e all'Ue si è passati ad attacchi sempre più frequenti e violenti, che sembra vogliano cercare una reazione. L'organizzazione tedesca è passata dall'attivismo alla politica attiva, diventando un megafono della sinistra e dell'ultra-sinistra, con continue incursioni nel tentativo di "manganellare" e picconare da una parte il governo italiano e dall'altra l'Unione europea. Stavolta l'occasione si è presentata per l'assegnazione del porto di La Spezia alla nave Sea Watch 5. Le solite lamentele hanno accompagnato il viaggio verso il porto ligure della nave, con anche la promessa da parte della Ong tedesca di istruire i migranti alla lotta per la permanenza durante i quattro giorni di navigazione.
Stamattina tutti i 156 migranti sono sbarcati e l'organizzazione ne ha approfittato per fare del populismo spicciolo da quattro soldi. "Se si fosse trattato di cittadini bianchi europei, le autorità avrebbero fatto di tutto per garantire loro il diritto a un porto vicino, senza inutili viaggi a nord", scrivono dalla Ong. È inutile ricordare all'organizzazione, che cerca di stimolare in questo modo la polemica facile sul pubblico di riferimento, che i cittadini europei, di qualunque colore siano, in quanto tali viaggiano con i documenti al seguito e trovandosi all'interno dei confini europei sono liberi di muoversi ovunque. I migranti che provengono dall'Africa, a parte mettersi in mare rischiando più o meno consapevolmente la vita con la speranza di trovare una nave come la Sea Watch 5 che li prenda a bordo, viaggiano senza documenti. Anzi, come è stato ampiamente dimostrato, spesso i passaporti vengono stracciati nel deserto o direttamente in mare, per avere la certezza di non essere identificati e potersi giocare le carte a disposizione per tentare di ottenere il permesso di soggiorno da rifugiati.
Ma quello di Sea Watch non è solo populismo à la carte, perché nei suoi messaggi ci sono sempre più segnali di sfida contro il governo italiano e anche questa volta non fa eccezione. "Non ci fermeremo finché tutti non avranno la libertà e la sicurezza di andare dove vogliono", dichiarano dall'organizzazione.
Questo è un vero e proprio manifesto politico da parte di Sea Watch, che lancia ancora una volta una sfida all'Italia, perché il sottotitolo è chiaro: non ci fermerete. Tuttavia, il governo italiano è impegnato nella riduzione del potere di intervento di queste organizzazioni per ridurre i loro tentativi di interferenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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