Non basta: doveva denunciare i consiglieri che rubavano

Se la presidente avesse anticipato la Procura sarebbe ancora in sella e ritenuta un’eroina

Non basta: doveva denunciare i consiglieri che rubavano

Illustre Presidente,
anzitutto, grazie per non aver lasciato inevasa la pratica avviatasi col mio articolo di carattere generale e non mirato soltanto su di lei, ma anche su di lei. Nulla di personale, però. Il problema riguardante l'inutilità o, meglio, la dannosità delle Regioni prescinde da chi le amministra. Le ricordo che esse, in ottemperanza a una norma costituzionale, furono istituite all'inizio degli anni Settanta. Non portarono alcun beneficio alla collettività. Non servirono e non servono che ad appesantire ulteriormente la gigantesca burocrazia italiana e a fornire posti a politici di primo, secondo e terzo piano.

Ciò implica costi mostruosi, da dieci anni in qua aggravati dall'assurda modifica del Titolo V che ha trasferito molti poteri dello Stato alla periferia, con un aumento della spesa pari a 90 miliardi l'anno. Le pare poco? Se fa il conto del decennio, è quasi la metà del debito pubblico sul nostro groppone, causa di ogni guaio. Segnalo che le Regioni sono espressioni geografiche (tranne l'Alto Adige) e nulla più. Non corrispondono neppure alla situazione preunitaria, e mi riferisco ai vari staterelli poi inglobati in un unico Stato.

Quanto alle attribuzioni di questi enti idrovore, c'è poca roba, se si esclude la Sanità, i cui servizi venivano erogati anche prima dell'infausto decentramento. Non erano migliori né peggiori di ora, fatte salve le scoperte scientifiche in campo medico. L'evoluzione del ramo non è dipesa e non dipende dagli assessori di nomina politica. I bilanci regionali sono assorbiti per oltre il 70 per cento dalla spesa sanitaria. Che senso ha? Il governo in carica fa benone a riportare il Titolo V allo statu quo ante. Era ora.

Il federalismo all'italiana è una iattura, e non per colpa della Lega, che si è soltanto nutrita di illusioni e si è mossa in modo velleitario. Da noi la devolution è stata interpretata come un'opportunità per aggiungere mangiatoie a mangiatoie. Prive di autonomia fiscale, le Regioni sono appendici parassitarie del sistema politico-burocratico che complica la vita dei cittadini e li impoverisce.

Presidente, asserisce che il deficit ereditato da lei nel Lazio ammontava a 1,5 miliardi. È vero, significa che ogni anno la Sanità laziale aveva un disavanzo di quella cifra. Ogni anno, sottolineo. Ma allora a quanto ammonta complessivamente l'indebitamento? Fuori i numeri, per favore. E fuori i nomi di coloro i quali hanno osato indebitarsi a simile livello di incoscienza. Denunci i responsabili del fallimento, se vuole essere credibile. È inammissibile che una Regione, inutile di per sé, spenda più soldi di quanti ne ha in cassa, confidando che qualche santo romano ripiani gli ammanchi con i soldi dei contribuenti.

Non ho inteso accusarla di niente. Al contrario, ho scritto e ribadisco che lei non è indagata e non ha fatto nulla. Ma non basta non fare nulla. Bisognava fare qualcosa allo scopo di informare i cittadini che l'ente da lei «ereditato» era ed è in condizioni pietose. Non solo. Se lei avesse preceduto la magistratura nel denunciare le porcherie dei partiti (il noto scandalo), oggi la signora Polverini sarebbe in sella e considerata un'eroina, fautrice di un grande e meritorio repulisti. Invece, è passato il concetto che lei avesse le fette di salame sugli occhi. E si adattasse - gratis - alle pessime abitudini di certi figuri. Non è così. Ma così appare. E questo fa male a lei, non a me.

Presidente, quando si cammina nel fango, qualche schizzo finisce inevitabilmente sulle gonne anche delle donne perbene. Le dimissioni hanno il sapore della rassegnazione.

Se non appena accortasi che vari consiglieri grattavano, lei li avesse messi alla berlina, adesso saremmo qui a parlare di Polverini come persona forte e coraggiosa al punto d'aver smascherato i ladroni. Chi sbaglia non deve prendersela con chi segnala l'errore, ma con se stesso. Glielo dico con affetto e stima. Un'ultima annotazione uguale alla prima: le Regioni sono una iattura. Se ne convinca.

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