Ha sventolato il "cedolino" del proprio stipendio davanti all'Aula. Come fosse un vessillo. E in effetti, con quel gesto, Piero Fassino si è di fatto trasformato nel portabandiera di una battaglia destinata a far discutere: quella contro lo stop ai cosiddetti vitalizi. Nella seduta odierna, poco prima di votare il Bilancio interno della Camera, il deputato Pd ha mostrato a tutti il "cedolino" di luglio, soffermandosi anche sull'ammontare dell'emolumento ricevuto. "Uno dei luoghi comuni è che i parlamentari, in particolare i deputati, godono di stipendi d'oro", ha tuonato l'ex sindaco di Torino, che nel corso del dibattito aveva anche dichiarato il suo no all'odg di Fratelli d'Italia e del M5s sullo stop ai vitalizi parlando di "demagogia e populismo".
FASSINO MOSTRA CEDOLINO IN AULA: STIPENDI D'ORO? LUOGO COMUNE.
— drb (@dottorbarbieri) August 2, 2023
"L'INDENNITÀ LORDA È 10.435 EURO, QUELLA NETTA 4.718 EURO" pic.twitter.com/0JKHPAmLHD
"Qui ho il cedolino di luglio 2023, è uguale per tutti. Risulta che l'indennità lorda parlamentare è di 10.435 euro, da cui giustamente vengono defalcati l'Irpef, l'assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati che è di 1000 euro, le addizionali regionali e comunali", ha affermato Piero Fassino in Aula, facendo poi i conti in tasca a se stesso e ai propri colleghi a favore di microfono. "Fatti questi giusti prelievi, l'indenità netta dei deputati è di 4718 euro al mese. Va bene così? Sì. L'unica cosa che chiederei è che quando sento dire che i deputati godono di stipendi d'oro, dico che non è vero. Perché 4718 euro al mese sono una buona indennità, e va bene così, ma non sono uno stipendio d'oro", ha aggiunto l'esponente Pd, unico deputato a essersi astenuto sull'odierno voto al Bilancio.
Stamani l'aula di Montecitorio ha approvato con 240 voti favorevoli, 5 contrari e 24 astenuti l'ordine del giorno a prima firma Foti (FdI) che impegna il collegio dei questori a "mantenere per tutti i beneficiari, deputati ed ex deputati, la vigente normativa di calcolo su base contributiva" per il calcolo "delle indennità di fine mandato spettanti". Tra i contrari, proprio Piero Fassino, che aveva espresso critiche al testo. "Corrisponde a un impianto demagogico e populista che consente di alimentare una campagna contro il Parlamento e la politica da cui non verrà niente di buono", aveva affermato il deputato dem in un primo intervento. Poi, in un secondo discorso, la mossa del "cedolino".
Schlein si smarca da Fassino
Rispetto a quell'uscita, tuttavia, non si è fatta attendere una netta presa di posizione del segretario Pd Elly Schlein. "Fassino ha parlato a titolo personale, in dissenso rispetto al voto del Pd. Noi continuiamo a batterci per il salario minimo", ha fatto sapere l'esponente di partito, smarcandosi di fatto dalle posizioni espresse in Aula dall'ex sindaco di Torino.
Fassino peraltro aveva fatto riferimento all'indennità, ma i parlamentari ricevono anche altre somme a vario titolo per il loro impegno istituzionale. Viene infatti riconosciuta loro una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma (attualmente, 3.503,11 euro mensili), alla quale sono soggette ritenute in caso di assenza dai lavori parlamentari. A ciascun deputato, inoltre, è riconosciuto il rimborso spese per l'esercizio del mandato (3.
690 euro mensili), corrisposto per metà in via forfettaria e per la restante parte a fronte di specifiche categorie di spese che devono essere attestate con dichiarazione quadrimestrale. E poi ci sono agevolazioni per i trasporti e per le bollette telefoniche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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