Nuovi Schettino al timone Paura in piazza San Marco

A compiere la manovra la Carnival Sunshine, lunga 272 metri e alta sessantadue. È passata a venti metri dalla riva tra il terrore dei turisti che affollavano il canale

Nuovi Schettino al timone Paura in piazza San Marco

Piccoli Schettini crescono. A quanto pare il maestro ha un sacco di allievi in giro per il mondo, sparsi nei sette mari. Personalmente sono reduce da alcuni giri in pedalò lungo le spiagge italiane: persino lì, ho visto padri di famiglia e mattacchioni vari che si inventavano le più strane manovre, urlando sono un grande, sono il nuovo Schettino.
Purtroppo non tutti stanno giocando. C'è gente seria che guida (o conduce, o governa o come diavolo si dice in lessico marinaro) anche le navi più mastodontiche con la stessa disinvoltura e magari la stessa goliardia. Lo segnalano sempre più spesso da Venezia, una città che non andrebbe sfiorata nemmeno con un fiore, tanto è bella, fragile e delicata. Ma è proprio lì, purtroppo, che i nuovi Schettini sembrano avvertire magicamente gli stimoli irresistibili del virtuosismo.

In un sabato mattina di fine luglio, ai rilassati turisti che si godevano l'aperitivo nei locali di Riva dei Sette Martiri è sembrato di sognare. Un enorme condominio di nome «Carnival Sunshine» - 102mila tonnellate di stazza, 272 metri di lunghezza, 62 d'altezza: praticamente un Colosseo -, questo coso immenso si è preso la briga di fare il pelo, come dicevamo noi in motorino, a piazza San Marco. Così la testimonianza dello scrittore Roberto Ferrucci: «Ero seduto al bar a leggere e ho visto la nave “scodare”: anziché passare al centro del canale ha sfiorato la riva, stringendo pericolosamente un vaporetto. Una manovra impressionante».

Inutile girarci attorno: istintivamente, hanno tutti pensato all'inchino, a questo famoso vezzo di Schettino e in definitiva di tanti artisti del timone che diveggiano sulle navi da crociera a beneficio della gentile clientela. In questo caso nessun morto e nessun ferito, dunque nessun processo e nessuno psicodramma sociale. Ma resta la paura. Se non è un inchino voluto, potrebbe essere un errore di monovra: in questo caso però sarebbe pure peggio, perché io mi chiedo demoralizzato chi diavolo mandiamo tra gli stretti canali della Laguna al comando di queste cattedrali potenzialmente devastatanti.
Nella sinistra casistica, s'inserisce con un'idea innovativa l'assessore all'Ambiente, Gianfranco Bettin, giustamente allarmatissimo. Rivedendo i filmatini dei testimoni, più che un inchino è portato a definirlo uno «struscio». Molesto e rischioso, aggiunge indignato. Comunque una fattispecie piuttosto inedita: lo struscio a San Marco. Wow. Non so se venga pubblicizzato già in sede di depliant, per rendere ancora più unica ed eccitante l'indimenticabile crociera, certo è un valore aggiunto irresistibile: con un comandante preciso, che guadagna metri in avvicinamento, è persino possibile allungare la manina piena di mais e farsi scattare la foto in un tripudio di piccioni.
Ci sarebbe da ridere, se non fossimo ancora troppo freschi di disastri deficienti, dovuti alla follia del conducente e alla mancanza di rigore nelle regole. Siamo freschi di Schettino, di torre genovese abbattuta come al bowling, di treno ad alta velocità che fa il dritto in curva a duecento orari, lungo gli itinerari religiosi per Santiago di Compostela. Siamo freschi, in altre parole, di disastri terrificanti, di morti gratuite e ingiustificabili. Non c'è proprio niente da ridere, non è un videogioco e non è neppure stupidismo da pedalò. È una questione tremendamente seria.
Il «Comitato No Grandi Navi» chiede da anni che certe portaerei del turismo mondiale se ne stiano un po' alla larga - al largo - da Venezia. Per la verità c'è pure una legge (Clini-Passera) già pronta, che esclude dalla Laguna i pesi massimi, ma non entra in vigore perché non si trova un percorso alternativa. In ogni caso, non è necessario essere attivisti del Comitato per comprendere che a venti metri da San Marco si scherza col fuoco. Lo capisce chiunque. Potrebbe capirlo persino il popolo dei crocieristi, che certo si svagherebbe comunque, anche senza arrivare al punto di allungare la mano dall'oblò per prendere il caffè dal bancone del Florian.


Sopra tutto questo, la rassicurazione ufficiale della Capitaneria di porto: manovra regolare, nessun rischio. Se lo dicono loro, bisogna stare tranquilli. Niente panico e zero allarmismi. Non perdiamoci in stupide paure. Tutto sotto controllo. Come all'Isola del Giglio.

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