Il nuovo maschio alfa? Ha un lato femminile

Il nuovo maschio alfa?  Ha un lato femminile

diSi può cambiar la testa al maschio alfa che in natura sarebbe l'animale con l'accesso prioritario e a volte esclusivo all'accoppiamento con femmine fertili e ricettive mentre nella nostra società corrisponde all'uomo che non deve chiedere mai? «Si deve» risponde secco Ermanno Scervino poco prima della sua indimenticabile sfilata, evento-clou dell'83simo Pitti in corso a Firenze fino a domani. «Ormai la virilità non è più una questione di sessismo, di bulli trasandati e di violenze da curva sud ma anzi porta qualcosa di femminile nel pensiero maschile, un uomo forte eppure riverente verso le donne» conclude lo stilista che nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio ha fatto sfilare 60 tra modelli e modelle per presentare la collezione uomo e la pre collezione donna del prossimo inverno. Tradotto in moda questo concetto è uno stile molto sartoriale con un twist tecnologico, di fondo sportivo ma in ogni caso sensuale e più morbido per lui. «A lei diamo una blusa di sapore vintage che stempera l'aggressività di una gonna a strisce in pitone e chiffon» spiega Scervino mentre il top model brasiliano Rodrigo Braga s'inchina cavallerescamente nel backstage al passaggio di Eva Riccobono pronta con l'abito da sera bianco decorato da un grande giglio di Firenze ricamato sul fianco. Inevitabile la standing ovation (in prima fila oltre ad Asia Argento e a Filippa Lagerback c'è il sindaco Renzi e un esercito di vip tra cui i Ferragamo, Eva Cavalli e Laudomia Pucci) perché finalmente la moda migliora i modi della gente.
Aleggia lo stesso spirito nello stand di Isaia, marchio partenopeo che ha presentato una collezione dedicata a San Gennaro (niente di blasfemo, solo un dettaglio del mantello stampato nel sottocollo dei capi) e un casco da moto decorato dal volto del Santo schizzato dall'artista Lello Esposito. «Lo venderemo online per 168 euro - spiega Gianluca Isaia - a Napoli il casco si usa poco, ma a San Gennaro diamo del tu, lo chiamiamo faccia gialla e gli vogliamo bene. Speriamo insomma di lanciare una moda per uomini forti che non hanno paura di proteggersi». Ben detto e ben fatto come il loden lavorato a maglia di Schneiders Salzuburg, variante in tricot del classico indumento austriaco che sarebbe piaciuta ai rigorosi protagonisti del romanzo «Le braci» di Sandor Marai. La collezione Seventy è invece pensata per un uomo che riesce a essere speciale. Il parka è termonastrato come una tuta da sci, il pullover di lana grossa è doppiato in nylon giapponese e perfino le stringhe delle scarpe sono in sintonia con gli abbinamenti cromatici. Sull'educata sinfonia dei colori e sull'equilibrio tra forma e sostanza pochi possono competere con Bagutta, storico brand di camiceria che ha appena nominato direttore artistico delle linee uomo e donna Angelo Figus, trentottenne stilista sardo diplomato nella celebre scuola di Anversa. "La camicia - dice - ha qualcosa di intimo e, essendo a contatto con la pelle, definisce l'umore. Mi sono ispirato al costruttivismo e a Kandinsky: il rigore della geometria per rassicurare, la forza del colore per divertire».


Aida Barni lancia per Annapurna una mini collezione di pullover in angora: la fibra più coibentate al mondo, la cosa più morbida e pelosa che un uomo possa indossare dopo una pelliccia. Il bello è che per ottenere il filato senza stress e violenze da cattura, in azienda hanno perfino pettinato i conigli.

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