O'Malley, il frate anti-casta che ha venduto il vescovado

Per risarcire le vittime della pedofilia ha rinunciato alla sede e adesso vive in una stanza del seminario. Così ha ridato fiducia alla Chiesa dopo gli scandali

O'Malley, il frate anti-casta che ha venduto il vescovado

Roma - Barba bianca, saio marrone, sandali, la battuta pronta e la capacità di ricostruire sulle macerie: Sean Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston, incarna la semplicità del frate cappuccino e il coraggio di chi non evita le sfide. Eugenio Scalfari ha scritto ieri su Repubblica che O'Malley «ha tutte le caratteristiche pastorali delle quali la Chiesa sembra avere urgente bisogno». Chissà se Scalfari indovinerà con i cardinali ciò che non ha azzeccato mai con i politici nostrani.

O'Malley è popolare per aver risollevato la Chiesa americana, assieme a un vasto movimento che ha unito clero e fedeli, dopo gli scandali degli abusi sessuali. Boston vacillava sotto il peso delle denunce, delle ammissioni, dei risarcimenti chiesti dalle vittime. Il frate cappuccino, giunto nel Massachusetts avendo girato metà Stati Uniti, è ripartito dall'annuncio del Vangelo e da gesti che hanno costretto gli americani, credenti e non, a interrogarsi.

Ha venduto il vescovado di Boston per indennizzare chi era stato oggetto di abusi ed è andato ad abitare in una stanza del seminario cittadino. Poi ha lanciato una campagna di spot televisivi chiamata «Catholics come home» per fare ritornare i fedeli in chiesa: messaggi pubblicitari in cui alcuni fedeli raccontavano la riscoperta della fede abbandonata. I delusi si sono riavvicinati e il seminario ha raccolto nuove vocazioni. O'Malley è una persona diretta, che si rivolge alla singola persona e non ha difficoltà, a 68 anni, a usare Twitter e un blog per dialogare con tutti.

La sua è una tipica storia americana, costellata di spostamenti e segnata da circostanze solo all'apparenza casuali che dettano una strada imprevedibile. È nato il 29 giugno 1944 a Lakewood, Ohio, ma la famiglia si trasferì presto in Pennsylvania. A 12 anni entra in un seminario minore francescano, a 21 pronuncia i primi voti nei frati minori cappuccini, svolge il diaconato nell'Isola di Pasqua e una volta ordinato prete (29 agosto 1970) viene trasferito a Washington tra gli immigrati latinoamericani, lui che discende da immigrati irlandesi. Insegna letteratura spagnola e portoghese e fonda il Centro Católico Hispano per assistere i profughi.

Nel 1978 diventa vicario della diocesi di Washington e nel 1984 viene ordinato vescovo. Cominciano allora le sue peregrinazioni da una diocesi all'altra: Saint Thomas, nelle caraibiche Isole Vergini; Fall River, Massachusetts (dove l'ex sacerdote James Porter verrà condannato a 20 anni di carcere per aver abusato di 28 bambini); Palm Beach (il vescovo dimissionario Anthony O'Connell aveva ammesso abusi su un seminarista adolescente). O'Malley viene spedito a Boston dopo un solo anno in Florida: anche la città dei Kennedy, di Harvard e del Mit è scossa dagli scandali. Il suo predecessore, il cardinale Bernard Law, si era limitato a trasferire ad altre parrocchie i sacerdoti accusati di pedofilia: non li aveva sospesi né aveva detto ai fedeli come stavano davvero le cose.

La pulizia del nuovo arcivescovo fa sentire la vicinanza della Chiesa alle vittime. «Ogni uomo è un cercatore di Dio», ha ripetuto anche ieri a Santa Maria della Vittoria: la certezza di questa presenza è stata un nuovo inizio per Boston. E anche per lo stesso O'Malley, che ha guadagnato autorevolezza e coraggio oltre che la fiducia di Benedetto XVI, il quale nel 2010 l'ha mandato a visitare le diocesi irlandesi squassate da scandali analoghi. Ha anche attaccato i cardinali di curia Sodano e Sandri per aver coperto l'ex arcivescovo di Vienna Groer e il fondatore dei Legionari di Cristo padre Marcial Maciel, riconosciuti troppo tardi colpevoli di abusi sessuali.

«Quando arrivai a Boston - ha raccontato O'Malley anni fa in un'intervista - è stato scoraggiante. C'erano ferite e rabbia, e conseguenze economiche disastrose. C'era un calo delle vocazioni, crisi e sofferenza ovunque. Tuttavia, resta ferma la nostra convinzione che Cristo non abbandona la Sua Chiesa, anche se non ci ha promesso che sarà facile. Noi l'abbiamo letto come una chiamata alla conversione. Mi ha fatto concentrare, per la mia stessa vita, su ciò che realmente è essenziale: il nostro rapporto con Dio. Ciò che è accaduto, tutti i dolori e le sofferenze, si è posto in una prospettiva nuova».

Il metodo di O'Malley è stato «cercare di ricostruire la fiducia, aiutare le vittime a fidarsi ancora di noi. Voleva dire che prendevamo la cosa con serietà e che non avremmo più permesso il ripetersi di tali cose. La trasparenza è stata una parte importante per la ricostruzione. Abbiamo pubblicato tutto quanto riguarda le nostre finanze. Abbiamo pubblicato più di qualsiasi altra diocesi nel mondo». O'Malley è deciso e sensibile, attento alle ragioni delle vittime e assieme cosciente che l'errore commesso non è l'ultima parola per un uomo.

Nel Cinquecento i cappuccini abbracciarono lo spirito originale di San Francesco tornando a una vita di povertà e Vangelo, e ancora oggi sono considerati l'ordine religioso più vicino al popolo. «Un papabile anti-casta», come ha scritto John Allen, vaticanista del National Catholic Reporter.

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