La sinergia tra le Ong dei migranti e il Partito democratico finora era ipotizzabile dalle dichiarazioni, ma dopo la partecipazione delle due organizzazioni Sea-Watch e Open Arms all'iniziativa "Politiche migratorie e cittadinanza, la svolta necessaria", organizzata nella sede del Pd di Roma, con la presenza di Elly Schlein, è stata resa ufficiale. Non è certo una sorpresa, d'altronde, come è stato detto in diverse occasioni, le organizzazioni non governative dei migranti che operano nel Mediterraneo centrale da tempo sono diventate la stampella delle opposizioni. O meglio, il loro ariete contro la maggioranza. Anche se finora si tratta semplicemente di tentativi che non hanno sortito alcun effetto.
Potrebbe non essere un caso che Sea-Watch, ormai da tempo, si sia posta in prima linea tra le Ong tedesche all'attacco del premier Giorgia Meloni, come dimostra l'attacco violento scagliato alcune settimane fa, quando ha augurato alla presidente del Consiglio e al ministro degli Interni "tutto il male possibile". Ma sono numerosi gli episodi, al punto che la premier è stata costretta a replicare personalmente alla Ong, anche durante le comunicazioni in Senato prima del Consiglio europeo. La Ong tedesca sembra cercare di innervosire il premier e al contempo di aizzare gli italiani contro di lei con accuse spesso pretestuose e facilmente smentibili. Eppure, proprio nel corso dell’incontro, la Ong tedesca ha cercato la carta della vittimizzazione, anche questa prevedibile sostenendo di essere "strumentalizzata".
Inoltre, proseguono, "quando denunciamo orrori veniamo ignorati dal governo e, invece, la premier risponde come un qualsiasi utente della rete a un tweet in cui diciamo che il piano Albania non è forse il modo migliore per investire i soldi dei contribuenti". Da un'organizzazione tedesca ci si aspetterebbe maggiore attenzione rispetto a quanto accade in Germania, non in Italia, anche perché le Ong, con la loro attività, fanno ben altro che gli interessi degli italiani. Così come potrebbe non essere un caso che all'evento del Partito democratico sia stata invitata l'Ong Open Arms che ha trascinato in tribunale Matteo Salvini, che proprio domani a Palermo affronterà un'altra udienza del processo durante il quale è stata chiesta una condanna a 6 anni di reclusione. Che le Ong cerchino il proprio tornaconto lo dimostrano le dichiarazioni l'advocacy officer di Open Arms, Valentina Brinis, che ribadisce i rapporti con una parte del parlamento europeo, "chiedendo loro che in una fase cruciale come quella del voto di Bilancio venga presentato ogni anno un emendamento che chieda di ridurre i fondi destinati all'agenzia europea Frontex, destinando queste risorse a una missione di soccorso in mare".
Pronta la reazione della Lega a questo incontro: "L'udienza di domani sarà l'occasione per svelare la vera condotta di Ong straniere come Open Arms che oggi ha partecipato a un evento nella sede del Pd a Roma: il feeling tra il centrosinistra e le Ong non è una novità ma resta sempre sconcertante e preoccupante".
Il partito di Matteo Salvini ha organizzato domani in piazza a Palermo una mobilitazione per "difendere le ragioni di Salvini". Viene assicurato nella nota che "non ci saranno isterie collettive come quelle viste in altre circostanze come a Riace per la condanna di Mimmo Lucano".
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