Open Arms, Capuozzo mette all'angolo Conte

Il giornalista affossa Giuseppe Conte e le sue posizioni sul caso Open Arms: "Adesso è diverso da quello che era allora, ecco perché è imbarazzato..."

Open Arms, Capuozzo mette all'angolo Conte

Si fa sempre più infiammato il dibattito sul caso Open Arms, che vede il vicepremier Matteo Salvini a processo con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.

Chiamato a testimoniare il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, all'epoca dei fatti presidente del Consiglio dei ministri, ha preso le distanze dall'operato di Salvini, che nell'agosto 2019, in qualità di ministro degli Interni, decise di non far sbarcare i migranti presenti sulla nave Ong. "Non ricordo delle interlocuzioni con il ministro Salvini nell'agosto del 2019 sul caso Open Arms", è arrivato a dichiarare Giuseppe Conte. "Eravamo nella fase annunciata della crisi di governo, escluderei una maggiore occasione di dialogo visto il clima che si era instaurato", ha aggiunto.

L'affondo di Capuozzo

Ospite a Quarta Repubblica, trasmissione in onda su Rete4, il giornalista Toni Capuozzo non le ha mandate a dire al leader dei grillini. Le dichiarazioni di Conte? Non stupiscono affatto. "Il Conte di oggi è qualcosa di diverso da quello che era allora e per questo è imbarazzato", è stato il commento di Capuozzo, il quale ha poi aggiunto: "L'unico che ne esce bene è Salvini, che ha sempre mantenuto le stesse posizioni".

Il leader della Lega fece una scelta, e quella ha sempre mantenuto, nonostante i continui attacchi ricevuti e un processo a suo carico che potrebbe valergli fino a 15 anni di carcere. Inutile tenetare adesso la "carta" della presa di distanza. Al governo, quell'estate del 2019, c'erano i giallo-verdi e Giuseppe Conte era il premier in carica.

"Se c’era un sequestro di persona da parte del ministro dell’Interno allora nel governo c’era un’associazione a delinquere", ha dichiarato Capuozzo, mettendo all'angolo il leader del Movimento 5Stelle.

Sgarbi rincara la dose

Presente in studio anche Vittorio Sgarbi, che ha sposato in pieno la tesi di Toni Capuozzo, aggiungendo del suo. "È un processo farsa. È evidente che nessun ministro dell'Interno può agire senza che il presidente del Consiglio lo sappia. È una comica. Il respingimento era la linea politica di quel governo", ha affermato il sottosegretario di Stato alla cultura.

Nel corso del processo che sta andando avanti a Palermo, Giuseppe Conte non solo ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di terroristi a bordo della nave, ma ha anche asserito che i migranti avrebbero

potuto sbarcare anche prima della definizione della redistribuzione europea.

Parole che non hanno convinto affatto Vittorio Sgarbi. "Conte era complice con Salvini da un lato e con Luigi Di Maio dall'altro", ha concluso.

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