Open Arms, Salvini: "Non mollo. Se condannato sarebbe la fine, un'invasione"

Matteo Salvini si è presentato al gazebo della Lega di Ponte Milvio a Roma dove i volontari hanno raccolto firme contro la richiesta di condanna nel processo Open Arms

Open Arms, Salvini: "Non mollo. Se condannato sarebbe la fine, un'invasione"
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Il processo Open Arms restituirà la prima sentenza nei confronti di Matteo Salvini già entro ottobre. Nelle prossime settimane sono previste le prossime udienze, tra le quali quella in cui ci sarà l'arringa di Giulia Bongiorno, avvocato difensore del ministro Salvini. La pubblica accusa ha chiesto per Salvini una condanna a 6 anni di reclusione per sequestro di persona ma sono tante le persone che, in queste settimane, hanno deciso di alzare la voce per far sentire il proprio dissenso nei confronti di una richiesta che ritengono ingiusta.

Salvini è andato a processo per aver svolto il suo lavoro di ministro della Repubblica, nel pieno compimento dei suoi doveri. Ed è questo che sottolinea chi, negli ultimi weekend, si è voluto recare presso i gazebo posizionati nelle piazze italiane per apporre la propria firma sulla raccolta fatta in solidarietà per il ministro.

Lui stesso questa mattina si è recato a Roma, presso il gazebo della Lega dove era in corso la raccolta firme. "Grazie ai tanti romani di ogni età presenti oggi al gazebo della Lega all'Eur. Ricevere così tanti attestati di fiducia -qui e nelle 700 piazze italiane che questo fine settimana raccolgono le firme in mio sostegno per aver difeso i confini italiani da ministro dell'Interno- è la risposta più bella", ha dichiarato il ministro sui social condividendo immagini della sua visita a Ponte Milvio, nel cuore di Roma.

"Grazie! Io non mollo, mai", ha concluso nel suo comunicato il vicepremier, che ha già dichiarato pubblicamente che se anche arrivasse la condanna in primo grado lui rimarrebbe al suo posto e non si dimitterebbe né da vicepremier e nemmeno da ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Dal gazebo di Ponte Milvio, durante la sua visita, il ministro ha ribadito che lui non mollerà "di un millimetro sia in caso di assoluzione che in caso di condanna perché ritengo di aver fatto il mio dovere". Ai gazebo, ha voluto sottolineare il ministro, "c'è gente di sinistra, c'è gente che non vota Lega, firmano magistrati, firmano tantissimi cittadini stranieri che sono qua regolarmente e non vogliono essere quelli che fanno casino per Roma".

In stazione, ha aggiunto Salvini, "ci sono troppi delinquenti stranieri. Noi abbiamo già i delinquenti italiani da tenerci. Sono troppi i delinquenti stranieri".

Io, ha concluso il vicepremier, "sono orgoglioso di aver ridotto l'arrivo di delinquenti, e se venissi condannato non verrebbe condannato un ministro ma un'idea che gli italiani hanno votato, hanno sostenuto, di controllare chi entra e chi esce dal Paese e sarebbe un disastro, sarebbe un'invasione, sarebbe la fine".

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