Nel bilancio pluriennale che il 21 luglio verrà esaminato alla Camera dei deputati ci sono tagli per 138 milioni nel periodo che va dal 2014 al 2016. Una riduzione che inciderà sulle spese complessive annue di Montecitorio - un miliardo di euro - ma che non dipende dal tetto di 240mila euro posto sulle retribuzioni.
Da maggio tutti i dipendenti pubblici sono soggetti al decreto legge 66, ma prima che si ottenga qualche risultato alla Camera o al Senato bisogna superare l'ostacolo di una trattativa che coinvolge 11 sigle sindacali a Montecitorio e 14 a Palazzo Madama, su cui si spalmano complessivamente 2.220 dipendenti.
Due membri del Partito Democratico - scrive il Corriere della Sera - stanno trattando per provare ad arrivare al dunque entro le ferie di agosto. Alla Camera il lavoro è affidato al vicepresidente Marina Sereni e al Comitato per gli affari del personale (Cap), al Senato invece alla vicepresidente Valeria Fedeli e alla Rappresentanza permamente. Al momento soltanto due le riunioni e un accordo sembra ancora lontano.
Il tetto agli stipendi porterà diversi problemi da
risolvere, non ultimo il fatto che la riduzione ai vertici dovrà per forza di cose portare con sè un riordino delle retribuzioni di tutti i dipendenti, per mantenerle proporzionate. E i dipendenti non ne sembrano molto felici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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