Il Pd di Bologna in crisi: chiusi 33 circoli

Il Pd di Bologna sommerso dai debiti: dovrà restituire 2 milioni di euro in vent'anni

Il Pd di Bologna in crisi: chiusi 33 circoli
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L'austerity colpisce il Pd di Bologna. Nel capoluogo dell'Emilia Romagna, a breve, chiuderanno 33 sedi di circoli sui 95 attualmente ancora aperti. Questo è quanto è stato deciso ieri notte nella riunione dei segretari e dei militanti nella federazione di via Andreini.

Il tesoriere Valerio Gualandi spiega che di queste 95 sedi ben 79 sono di Fondazione Duemila e Immobiliare porta Castello e che, quindi, quasi la metà andrà restituita. Ma non solo. Il piano di rientro ventennale prevede che i democrat bolognesi restituiranno 100 mila euro all'anno così da poter restituire la cifra monstre di 2 milioni euro. Ciò significa che ci saranno "più uscite e meno risorse" nonostante le entrate che potranno arrivare dal 2xmille. "Noi staremo dentro al circolo finché non ci dicono che dobbiamo uscire", dice a Repubblica Bologna Nicola Rivani di Minerbio che, poi, si chiede: "Io cosa devo dire agli iscritti? L'affitto è passato da 7.500 euro nel 2007 a 17 mila euro 10 anni dopo, questi 100 mila euro chi se li è messi da parte?". E, poi, ricorda:"Quel centro lo hanno costruito i compagni".

Compagni che vivono momenti di forte smarrimento. Da un lato c'è chi sventola il libro di Ugo Mazza, "Segretario per caso", presentato nelle stesse ore al CostArena con Matteo Lepore e Antonio Bassolino, e dice: "Vorremmo essere gli eredi di questa tradizione, invece ci chiudono", dall'altro c'è chi come Raffaele Tomba di Monterenzio rivela:"Ci hanno venduto la sede dicendo che c'è ne avrebbero comprata un'altra, poi non lo hanno fatto, allora io e dieci compagni ce la siamo comprati da soli, adesso non abbiamo più problemi". Altro caso emblematico è quello della storica sede del circolo di Saragozza, la cosiddetta Casetta Rossa."Posso dire di essere stato venduto, alzi la mano chi è stato venduto è stata venduta senza che nessuno lo sapesse oppure è stata venduta con il benestare del partito?", chiede Diamanti, segretario del circolo Andrea Costa, che poi aggiunge:"Noi non abbiamo una risposta, abbiamo organizzato i volontari per aiutare a spalare il fango del Ravone, ci siamo fatti in quattro ma adesso ci hanno venduto". La segretaria Federica Mazzoni, però, assicura: "Senza questo peso economico saremo più forti", mentre e Isabella Angiuli del circolo Murri si chiede "Le sedi servono per fare politica. Cosa me ne faccio dei muri se non ho le persone?". Gerardo Solimine del Giusti Ferrarini si dice "amareggiato", mentre a San Lazzaro ricordano con nostalgia: "Noi avevamo 4 circoli, ne abbiamo solo uno, adesso non possono certo chiudere ancora". Secondo Mazzoni, però, ora "non si tratta di chiudere, ma di trasformare".

E, in realtà, il Pd bolognese è vicino a una trasformazione importate dal momento che i circoli che restano in vita si salvano solo temporaneamente: dopo ci saranno dei contratti da 6 anni di affitto e si verificherà mano mano la tenuta, con pagamenti trimestrali anticipati.

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