A Palazzo Chigi non è voluta andare. Troppo lavoro da fare per Lampedusa, si era schermita, dicendo di no al premier Matteo Renzi che la voleva ministro. Ma questa volta, invece, ha accettato. E così, dopo la candidatura antimafia di Caterina Chinnici, magistrato, figlia di Rocco, il procuratore di Palermo trucidato il 29 luglio del 1983, ecco una nuova candidatura spot ad arricchire il parterre dei democratici in corsa per l'Europa: quella del sindaco dell'isola più assediata dagli sbarchi di immigrati, Giusi Nicolini. La donna che ha fronteggiato tutti gli ultimi, tragici sbarchi a Lampedusa.
L'annuncio è stato dato ieri, dopo che nell'isola, a fare da mediatore, è andato il fedelissimo di Renzi, Davide Faraone. «Me lo ha chiesto il premier Renzi - ha spiegato la Nicolini all'AdnKronos - non potevo dire di no. Mi candido per rafforzare il ruolo di Lampedusa. Non lascerò mai sola quest'isola. Metterò tutto il mio impegno per fare in modo che Lampedusa possa incidere sulle politiche del Mediterraneo».
«È una bellissima notizia», è stato il commento del segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti. Che è praticamente cascato dalle nuvole e che adesso si trova a dover risolvere una doppia grana interna. A cominciare da chi sarà capolista. Presentando la candidatura della Chinnici, Raciti aveva assicurato che sarebbe stata lei a guidare la lista della circoscrizione Sicilia-Sardegna. Ma da ambienti romani adesso trapela invece che sarà la Nicolini la capolista.
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